Ricerca e consulta tutti gli articoli fino a luglio 2023

Questo archivio raccoglie articoli storici del nostro sito, conservando una preziosa testimonianza delle notizie e degli eventi passati.
Come utilizzare il modulo di ricerca
Il nostro modulo di ricerca è uno strumento potente che ti permette di esplorare l'archivio in modo facile e intuitivo. Puoi cercare gli articoli utilizzando diversi criteri:
  • Inserisci parole chiave o frasi specifiche per trovare articoli che trattano gli argomenti di tuo interesse.
  • Se stai cercando articoli scritti da un autore specifico, puoi inserire il suo nome per visualizzare tutte le sue pubblicazioni presenti nell'archivio.

La croce di Cristo

Un giorno una parola – commento a I Pietro 2, 24

Mediante le sue lividure noi siamo stati guariti
Isaia 53, 5

Cristo ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce
I Pietro 2, 24

Sopportate ogni oltraggio, onorate tutti, siate sottomessi con ogni timore, accettando le sofferenze dinanzi a Dio anche quando queste vi vengono inflitte senza una giusta motivazione. Infatti, quali seguaci ed imitatori di Gesù, siete stati chiamati a questo: ad imitare il suo carattere docile, come di vittima innocente dell’ingiustizia e capro espiatorio sul quale è ricaduta l’ingiustizia e la malvagità di tutto il mondo.

Così Pietro, nel brano dal quale è estratto il versetto di oggi, prende ad esempio le sofferenze patite da Cristo, facendo ricorso alle parole del profeta Isaia sul servo sofferente, al fine di ammaestrare la chiesa; tutte le profezie, tutte le promesse, la tanto attesa liberazione, infatti, si sono adempiute in Gesù, il servo sofferente. Egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, così come simbolicamente si usava fare con gli animali da sacrificare al tempio dei quali, carichi di un simbolico peccato dei singoli o di tutto il popolo, si spargeva il sangue sull’altare. Egli non commise peccato, eppure non fu risparmiato dalla fine più infamante; egli non agì per se stesso, eppure perse tutto se stesso. Ma proprio in virtù di quel sangue versato noi siamo divenuti discendenza di Cristo, frutto del suo tormento interiore, giusti perché resi giusti da Colui che è il solo giusto. Per le sue lividure le nostre vite sono rinate, il nostro essere è stato totalmente guarito; per il suo sangue versato sulla croce noi abbiamo vittoria, e per quelle ferite dolenti ci è stato permesso di essere chiamati figli di Dio. Ecco da dove partire: dalla croce, dall’atto d’amore senza il quale nessuno avrebbe potuto salvarsi. In tanti pensano oggi che il messaggio della croce sia un messaggio di morte, di disperazione, di lutto. In realtà, senza la croce non esisterebbe la pietra rotolata del sepolcro, senza quel gesto di «amore folle» non sarebbe avvenuta la vittoria sulla morte e sulle tenebre; senza la croce, infatti, la nostra certezza derivante dalla fede non avrebbe più «speranza».

Immagine: CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1880569