La tragedia impone una riflessione sulla vita e la morte
La testimonianza di Francesco Carri, pastore delle chiese valdesi di Corato e Bari, a poche ore dall’incidente ferroviario tra Andria e Corato. Stasera nella chiesa valdese coratina si terrà un incontro ecumenico di preghiera
Il volto sereno e pacifico che si incontra attraversando gli uliveti delle campagne tra Corato e Andria, il sentimento di riconoscenza per il lavoro e la fatica dei contadini che, dissodando i loro terreni, hanno magistralmente costruito i celebri muretti a secco, sono stati tragicamente trasfigurati, segnati dall’immane tragedia ferroviaria avvenuta ieri al confine dei comuni di Corato e Andria, lungo la tratta delle Ferrovie del Nord Barese.
Nonostante le difficoltà per raggiungere il luogo del disastro, la macchina dei soccorsi si è attivata celermente. Al momento si contano 27 vittime e una quindicina di feriti gravi trasportati da ambulanze ed elicotteri negli ospedali di Andria, Barletta e Bari.
Le immagini televisive evidenziano l’accartocciamento dei primi due vagoni dei due convogli che su un binario unico si sono trovati ad alta velocità l’uno di fronte all’altro. Tremendo e tragico è stato il boato che ha rotto il silenzio degli uliveti, il cui oro pugliese è stato sopraffatto dal ferro di lamiere contorte e da gemiti e richieste di aiuto.
La linea ferroviaria è ogni giorno percorsa da 200 treni, vetture moderne che collegano la città di Barletta a Bari, transitando per le stazioni di Andria – Corato – Ruvo – Terlizzi – Bitonto – Aeroporto di Palese – Bari Centrale. Si tratta di treni utilizzati soprattutto da pendolari e turisti. La linea, che da anni attende alcuni raddoppi di binario – in alcuni tratti già cantierizzati – è utilizzata anche da molti membri della comunità valdese di Corato per raggiungere la città di Bari per lavoro o per gli studi universitari.
Al momento la procura di Trani indaga per omicidio colposo e disastro ferroviario imputabile, ipotesi accreditata, ad errore umano.
Insieme a tutta la città coratina anche la comunità valdese si interpreta come superstite di fronte a questa come ad altre tragedie che impongono riflessioni sul vivere e il morire.
Nel transitare lungo la statale 98, che scorre non tanto distante dal tratto ferroviario interessato dal disastro, mi son guardato bene dal fermarmi e lasciare la macchina lungo la strada come molti curiosi hanno fatto per guadagnare i sentieri che si dipanano tra gli uliveti e poi raggiungere il luogo dell’incidente ferroviario.
La polizia stradale giustamente ha posto dei divieti di ingresso alle Complanari per favorire i soccorsi e limitare l’arrivo dei soliti curiosi che accorrono per vedere cosa? La morte, il morire che troppo spesso vengono rimossi e non presi seriamente in considerazione come parte del vivere quotidiano, che costantemente richiede vicinanza e solidarietà.
A partire dalla consapevolezza che in quanto uomini e donne credenti siamo sempre in dialogo con la vita e la morte, abbiamo organizzato per questa sera, alle ore 20 nella locale chiesa valdese di Corato, in corso Mazzini 27, un incontro di preghiera e letture bibliche per esprimere vicinanza e solidarietà alle famiglie che sono state private di un affetto, di una presenza, a quanti hanno parenti feriti e a coloro che, pur scampati al disastro, portano negli occhi la tremenda tragedia ferroviaria.
L’incontro di preghiera sarà condiviso con le realtà parrocchiali cattoliche con le quali da tempo la chiesa valdese condivide l’impegno del cammino ecumenico.