L’Esercito della Salvezza afferma con forza l’accoglienza e la dignità dei profughi
16 giugno 2016
Approvata una Dichiarazione ufficiale che impegna l’intera denominazione evangelica
«La possibilità di cercare e ricevere asilo è un diritto umano basilare che ha a che fare con il diritto di ognuno alla vita, alla libertà e alla sicurezza della persona». E’ questo uno dei passaggi di una Dichiarazione ufficiale dell’Esercito della Salvezza (EdS) riguardo ai profughi e ai rifugiati. Si tratta di un documento redatto dal Consiglio internazionale per le questioni etiche e sociali dell’EdS, approvato dal generale André Cox, e che esprime la posizione della denominazione evangelica su una delle questioni più calde dell’attualità mondiale. Il documento sottolinea fortemente l’impegno all’accoglienza e alla salvaguardia della dignità umana di chi scappa da guerre, persecuzioni, fame, attingendo largamente dalla testimonianza biblica: tanto dell’Antico Testamento dove Dio è descritto come colui che ama il forestiero e gli procura cibo e vestiti (Deuteronomio 10:18-19) quanto del Nuovo Testamento, dove l’accoglienza è ripresa da Gesù, inserendola nel comandamento dell’amore per il prossimo (Matteo 25:35-36). «Obbedienti all’esempio e all’insegnamento di Gesù – si legge nel testo – la chiesa ha chiamato i cristiani ad una ospitalità generosa. E’ un principio fondativo della nostra vita comune». Il documento riconosce, inoltre, «la responsabilità degli stati sovrani a controllare le proprie frontiere», che tuttavia non può confliggere, ma invece deve armonizzarsi, «con il dovere di prendersi cura dei profughi».
In base a queste affermazioni, il testo propone delle risposte pratiche che impegnano i salutisti di tutto il mondo. Tra queste, offrire senza alcuna discriminazione assistenza materiale, legale e spirituale a profughi e rifugiati; sostenere politiche che nei vari paesi di accoglienza assicurino trattamenti dignitosi e rispettosi dei loro diritti, come un facile accesso alle cure sanitarie, il diritto all’educazione dei bambini, il mantenimento dell’unità familiare; la richiesta a forme alternative ai centri detentivi; promuovere l’integrazione nella società.