La presenza di Dio nella nostra vita
25 maggio 2016
Un giorno una parola – commento a II Timoteo 4, 17
Il Signore comanderà ai suoi angeli di proteggerti in tutte le tue vie. Essi ti porteranno sulla palma della mano, perché il tuo piede non inciampi in alcuna pietra
Salmo 91, 11-12
Il Signore però mi ha assistito e mi ha reso forte
II Timoteo 4, 17
Pericolo, sicurezza, protezione: sono termini che usiamo e sentiamo usare di frequente. Vorremmo sentirci protetti, perché ci sentiamo deboli, inermi difronte al pericolo che incombe. Non sappiamo bene neppure quale sia il pericolo incombente. A indicarcelo sono i telegiornali, i politici, la pubblicità: le guerre, il terrorismo, l’immigrazione, il governo, gli oppositori, i ladri, i parassiti, i batterî, le incrostazioni, e chi più ne ha più ne metta. Sembra che non vi sia luogo nel quale non si annidi un pericolo. Perciò, ci occorrono continue protezioni e rassicurazioni, e siamo in ansia quando non le abbiamo. Siamo in ansia perché non abbiamo le protezioni, non perché vi sia certamente pericolo. Ci affidiamo ad esse, perché siamo convinti che possano tener fuori il pericolo, che il pericolo sia in qualche modo «esterno». Così facendo, però, non ci accorgiamo che sovente il pericolo non sta fuori, e che, barricandoci nelle nostre sicurezze, rischiamo di proteggere non solo noi stessi, ma anche ciò al quale credevamo di sfuggire.
L’apostolo Paolo dice che il Signore lo ha assistito, che lo ha reso forte. Non dice che lo ha protetto dal pericolo, dice che lo ha messo in grado di superarlo. E il quale modo? Non avendone paura. La sola presenza di Dio nella nostra vita, il solo essere certi della sua benevolenza nei nostri confronti, ci permette di affidarci a lui, e di non barricarci in noi stessi; ci permette di affrontare ciò che c’è fuori, perché non c’è più nulla in noi stessi che ci minacci: la nostra casa è sicura, perciò possiamo uscirne senza timore. Il piede sarà saldo e non inciamperà, malgrado le pietre, perché il Signore avrà cacciato via la paura. E senza la paura dell’altro, anche la minaccia svanisce, perde il suo potere.