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Soddisfazione per la nuova legge sulle unioni civili

I rappresentanti delle chiese valdesi, metodiste, battiste e luterane italiana commentano positivamente l’approvazione definitiva della legge in Parlamento

«La nuova legge sulle unioni civili non è una minaccia alla famiglia ma, al contrario, riconosce e tutela famiglie diverse alle quali vanno riconosciuti uguali diritti». Così il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, ha commentato l'approvazione della legge sulle "unioni civili".

«Valdesi e metodisti auspicavano da tempo questo provvedimento che, riconoscendo la varietà dei legami affettivi stabili e duraturi, sana una discriminazione e allinea l'Italia a paesi con una solida tradizione in materia di diritti civili». «La nostra Chiesa – ha aggiunto Bernardini - è contenta di avere contribuito a tenere alta l'attenzione su questo tema approvando, già nel 2010, la possibilità di benedire coppie dello stesso sesso appartenenti alle nostre chiese e intenzionate a realizzare un amore profondo e responsabile. Il nostro impegno pastorale prosegue oggi in un nuovo contesto giuridico per sostenere tutte le relazioni familiari e combattere ogni forma di omofobia».

Una legge che allarga i confini dei diritti: è questo il commento positivo rilasciato dal pastore Raffaele Volpe presidente dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (Ucebi), riguardo alla legge sulle unioni civili. «Il prossimo 17 maggio le chiese battiste, insieme ad altre chiese cristiane, si raccoglieranno per celebrare la veglia di preghiera contro l'omofobia – ha commentato Volpe – L'odio ha bisogno di essere contrastato con la preghiera, ma anche attraverso le leggi che sappiano allargare i confini dei diritti. E quindi non possiamo che dare il benvenuto alla legge sulle unioni civili appena approvata dalla Camera. La giustizia si costruisce attraverso politiche di ridistribuzione verso i soggetti economicamente più svantaggiati, attraverso una maggiore partecipazione alla vita sociale, ma anche attraverso il reciproco riconoscimento ed uguaglianza di status. Ben venga dunque questa legge! Più riconoscimento significa più inclusione e quindi più giustizia».

Esprime soddisfazione per una legge che «assicura a tutte le coppie di vivere un’unione in dignità e certezza di diritti» anche il pastore Heiner Bludau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi). «Esprimo soddisfazione per l’approvazione della legge che finalmente riconosce e regolamenta le unioni civili perché, come luterano, lo ritengo un contributo fondamentale alla costruzione di una società che consente a tutti di vivere con pienezza i valori cristiani di fiducia, fedeltà e responsabilità», ha detto il decano Bludau all’agenzia Bmp. «Come già affermato in passato, credo infatti che il riconoscimento ufficiale delle comunioni di vita differenti dal matrimonio assicuri a tutte le coppie la possibilità di vivere un’unione in dignità e certezza di diritto. E questo non significa affatto svalutare il concetto di famiglia, anche quando l’unione viene celebrata in coppie dello stesso sesso. Per tanti, troppi secoli le chiese hanno discriminato le persone omosessuali: come Celi, riconosciamo da tempo questa colpa e accompagniamo tutti e indifferentemente nel proprio cammino di fede e di vita».

Pur ribadendo la sua contrarietà a pratiche di maternità surrogata, il pastore Bludau esprime inoltre l’auspicio che a questa legge facciano seguito «analoghi provvedimenti di salvaguardia dei diritti dei bambini che crescono all’interno di queste famiglie, a partire dal riconoscimento della cosiddetta stepchild adoption».

Fonte: chiesavaldese.org/Nev

Foto: i.ytimg.com/

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