Onora tuo padre e tua madre
07 marzo 2016
Un giorno una parola – commento a Esodo 20, 12
Onora tuo padre e tua madre, affinché i tuoi giorni siano prolungati sulla terra che il Signore, il tuo Dio, ti dà
Esodo 20, 12
Rendere il contraccambio ai genitori è gradito davanti a Dio
I Timoteo 5, 4
Ogni generazione di credenti è chiamata a riflettere sul senso del comandamento, cercando nella Parola di Dio l’orienta mento necessario per muoversi nel proprio tempo. Colpisce il significato del verbo onorare nell’Antico Testamento, perché il medesimo verbo è usato per indicare l’onore reso a Dio e ai genitori. Il padre e la madre sono coloro che ci hanno donato la vita e sono associati all’opera di creazione del Signore. La relazione fra genitori e figli si esprime nella dimensione dell’amore e della responsabilità. Talvolta si proiettano le relazioni genitori-figli su un orizzonte astratto, in cui l’amore assume una dimensione quasi cosmica che non ha riscontri nella realtà. Onorare indica l’azione di prendersi cura e di fare entrare nella propria realtà esistenziale. Il comandamento manifesta la necessaria solidarietà tra le generazioni, indispensabile per il futuro e l’umanizzazione di una società.
Onorare esprime l’attenzione verso coloro che consideriamo importanti e che hanno una rilevanza forte nella nostra vita. I genitori dovrebbero essere anche la risorsa della nostra memoria e della nostra identità, indipendentemente dalla natura biologica. Vivere il comandamento ci permette di comprendere lo spazio umano in cui agiamo, perché abbiamo un’origine e un successivo intreccio di relazioni. Esiste una genitorialità esemplare? La Scrittura afferma di sì e rinvia alle immagini di Dio che è padre e madre e che ha cura delle creature che sono figli e figlie. Il comandamento va compreso nella dimensione biblica della benigna azione di Dio e della risposta riconoscente dell’umanità.