In attesa di ereditare una dimora stabile
22 febbraio 2016
Un giorno una parola – commento a Ebrei 13, 14
Noi siamo davanti a te stranieri e gente di passaggio, come furono tutti i nostri padri; i nostri giorni sulla terra sono come un’ombra, e non c’è speranza
I Cronache 29, 15
Perché non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura
Ebrei 13, 14
Dal momento in cui abbiamo riposto la nostra fede nel Cristo risorto, la nostra vita ha cambiato radicalmente prospettiva. Come Cristo è vissuto su questa terra fino alla morte per poi risuscitare e salire al Padre, così anche noi viviamo su una terra che non ci appartiene ma che siamo destinati a lasciare per ereditare con Cristo quei nuovi cieli e quella nuova terra nei quali non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore (Apocalisse 21, 4).
Tutti sanno che non viviamo su questa terra in pianta stabile perché la nostra esistenza terrena ha un inizio e una fine: siamo un vapore che appare per un istante e poi svanisce (Giacomo 4, 14). La nostra dimora nelle città di questo mondo è passeggera, nessuno ha acquisito un diritto di cittadinanza definitivo, ma abbiamo tutti un permesso di soggiorno non rinnovabile. Quaggiù siamo dei viandanti senza fissa dimora.
La meta finale del nostro pellegrinaggio non è, però, tre metri sotto terra perché noi aspettiamo di entrare in quella città futura che Cristo è andato a preparare per noi: «Nella casa del Padre mio ci sono molte dimore; se no, vi avrei detto forse che io vado a prepararvi un luogo? Quando sarò andato e vi avrò preparato un luogo, tornerò e vi accoglierò presso di me, affinché dove sono io, siate anche voi» (Giovanni 14, 2-3).
Ora, la nostra speranza di ereditare una dimora stabile con Cristo, ci dona la forza di affrontare con fiducia il duro pellegrinaggio su questa terra, godendoci il viaggio nei momenti lieti e stringendo i denti in quelli difficili. E, soprattutto, la nostra consapevolezza di essere i futuri cittadini della città di Dio ci spinge a vivere sin da ora nelle città di questo mondo come cittadini del nuovo regno al fine di essere testimoni viventi del Cristo morto e risorto per noi.