Il perdono e la guida di Dio
27 gennaio 2016
Un giorno una parola – commento a Nehemia 9, 17.20
Ma tu sei un Dio pronto a perdonare… Hai dato ai nostri padri il tuo buono spirito per istruirli
(Nehemia 9, 17-20)
Ora noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito che viene da Dio, per conoscere le cose che Dio ci ha donate
(I Corinzi 2, 12)
Il ritorno dall’esilio babilonese è per Israele un evento straordinario. Dopo due generazioni i figli e i nipoti dei deportati sono tornati alla loro terra. Le difficoltà sono enormi, c’è una società da ricostruire. Il popolo viene convocato da Nehemia ed Esdra e per la prima volta si ritrova sulla sua terra, in libertà, per ascoltare la lettura della legge e riflettere sulla propria storia.
Il popolo piange: pianto di dolore e di pentimento, ma anche pianto di gioia, liberatorio.
Una lunga confessione di fede e di peccato collettiva caratterizza questo grande raduno: ripercorrendo le tappe del suo passato Israele riconosce le proprie infedeltà a Dio e decide di rinnovare solennemente il patto con il proprio Creatore e Liberatore.
Le parole che abbiamo riportato evidenziano la riscoperta di due aspetti fondamentali della manifestazione di Dio al suo popolo: il perdono e la guida.
Tu sei un Dio che perdona. Un Dio che ci conosce profondamente e sa quanto siamo deboli, incostanti e inaffidabili, un Dio che ci punisce per le nostre infedeltà, ma ci ama, si dispiace per la nostra insipienza, ci viene a cercare e non appena riconosciamo la nostra stupidità ci corre incontro e ci accoglie fra le sue braccia.
Ma Tu sei anche un Dio che non ci lascia senza indicazioni nel cammino della nostra esistenza, senza istruzioni per come dobbiamo muoverci ed agire. Il tuo Spirito ci insegna ogni cosa (Giovanni 14, 26). È uno spirito buono, uno spirito positivo. Una luce che rischiara la nostra mente e il nostro cuore, guidandoci nella comprensione del senso della nostra vita.
Frastornati da ciò che avviene intorno a noi ci siamo dimenticati del Dio che guida, del Dio che accoglie. E ripetutamente gli chiediamo di farci vedere, capire, intendere. Ma il profeta Michea (6, 8) con forza ci richiama: “O uomo, egli ti ha fatto conoscere ciò che è bene, che altro richiede da te il Signore, se non che tu pratichi la giustizia, che tu ami la misericordia, che tu cammini umilmente con il tuo Dio?”.