Inverno al «Centro»: le iniziative per grandi e piccini
26 gennaio 2016
«Dopocena con la Storia» e «Teatro delle Ombre» raccontati dal direttore della Fondazione Davide Rosso
Prendono il via questa sera al Centro culturale valdese di Torre Pellice una serie di iniziative che continueranno per otto date, sempre di martedì, sempre alle 21, sempre al Centro. «Dopocena con la Storia», questo il titolo della rassegna: quattro incontri incentrati sulla storia valdese e sul territorio e quattro conversazioni intorno ad altrettanti libri. «Dopo la pausa invernale –ci spiega il direttore del Centro Davide Rosso –siamo ripartiti prorogando la mostra “Sola scriptura - la presenza della Bibbia nelle Chiese valdesi fra Ottocento e Novecento” e organizzando questi otto incontri. Di mostre ce ne saranno altre due nei prossimi mesi, seguendo un percorso ideale verso l’anniversario della Riforma”. Tornando alla rassegna «Dopocena con la Storia» è interessante notare come siano stati i cinque sensi a essere il filo conduttore per individuare gli argomenti. Dire-sentire-vedere-toccare.
«Posso dire»: ascolto ma non riferisco. Vedo ma non racconto che cosa ho visto. Trovo un oggetto e non lo dico a nessuno, me lo tengo per me, taccio. Oppure parlo, creo legami e costruisco relazioni.
Parlare o tacere; mantenere un segreto per non danneggiare un amico, per non compromettere una situazione complicata o parlare per costruire relazioni. Quante volte ci è capitato? E quante volte la storia ci ha insegnato che mantenere un segreto a volte è di vitale importanza così come saper raccontare delle relazioni?
«Posso toccare»: in questo caso è l’oggetto che mi parla. Toccare una beidana, sfogliare una Bibbia, sentirne l’odore, la consistenza, il peso. Con un tocco leggero, con una carezza ecco che le dita possono cogliere una lieve imperfezione, un colpo che ha scalfito la lama, un gesto brusco che ha strappato un pezzo di pagina...
Quante storie possono raccontarci gli oggetti soltanto attraverso il tatto.
«Posso ascoltare»: una canzone accompagnata da una dolce melodia può essere un modo per raccontare un avvenimento bello, brutto, tragico. Un inno cantato a pieni polmoni al tempio oppure davanti a un falò può emozionare, dare forza. Il canto come strumento per comunicare, per non dimenticare, per non sentirsi soli.
«Posso vedere»: posso vedere e quindi comprendere. L’immagine mi aiuta a capire, mi scatena delle emozioni, rabbia, paura ma anche piacere, gioia. Mi parla di qualcosa e me lo trasmette visivamente.
L’immagine quindi come strumento per narrare, per comunicare a tutti. Attraverso un’immagine posso parlare ad amici, nemici o persone indifferenti che attraverso le immagini non lo saranno più.
«Il primo incontro –spiega Rosso –è previsto per martedì 26 gennaio, il tema è «Posso dire» e l’argomento specifico «Pettegolezzi e segreti delle famiglie valdesi»: Paola Schellenbaum parlerà di «Casa Monnet a Pinerolo: un crocevia di biografie a cui seguirò, martedì 2 febbraio, presentando il libro di Graziella Tron “Di inverni il lupo non ne ha mai mangiati”. Martedì 9 febbraio il pastore Claudio Pasquet ci parlerà degli oggetti che parlano, che diventano memoria collettiva o oggetti in uso: bibbia e oggetti usati nel culto ieri e oggi... Martedì 23 febbraio Ettore Peyronel presenterà il suo ultimo libro scritto con Bruno Usseglio: “Di qui non si passa! ...Forse”.
Forti, fortificazioni minori e fatti d’arme nelle valli». A seguire ancora Davide Rosso e Enrico Lantelme parleranno del canzoniere di Emilio Tron e dell’idea di una sua prossima pubblicazione mentre martedì 8 marzo chiacchierata con Bruna Peyrot intorno al libro «Prigioniere della Torre. Dall’assolutismo alla tolleranza nel Settecento francese» con letture e intervento musicale di Paola Grand di Magali Gonnet. Martedì 15 marzo «la storia raccontata attraverso le immagini»: intervento di Marco Fratini. Infine martedì 22 marzo presentazione del libro «Donne in guerra. Mogli, compagne e Femmes de Plaisir» di Alessia Giorda e Francesco Ganora.
«Gli incontri sono stati pensati per tutti e vogliono essere allo stesso tempo un’occasione di approfondimento per le guide in servizio e per quelle in formazione: ogni serata è legata a ciò che viene prima e ciò che viene dopo: quindi il consiglio è di fare un percorso unico. Sono legate una all’altra così come sono legati i nostri sensi (ma si può anche partecipare a una serata singola)» conclude Rosso.
Per i più piccoli invece il Centro ripropone il «Teatro delle ombre» per domenica 7 febbraio dalle 16 alle 17,30. L’attività è rivolta a bambini e bambine dai 5 ai 12 anni e il massimo dei posti disponibili è 20, per questo motivo è consigliata la prenotazione. Al termine del laboratorio verrà offerta la merenda ai partecipanti.
Per maggiori informazioni e prenotazioni telefonare alla Fondazione Centro culturale valdese al 0121-950203, 335-5860964 o scrivere a [email protected].