La promessa di liberazione
13 gennaio 2016
Un giorno una parola – commento a Salmo 91, 15
Dice il Signore: «Sarò con lui nei momenti difficili; lo libererò, e lo glorificherò»
(Salmo 91, 15)
Gesù ha liberato tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita
(Ebrei 2, 15)
Lo libererò, lo sazierò, lo salverò. Sarà libero chi è prima soggetto alle catene, saziato chi ha accusato la fame, salvato chi corre un pericolo. Queste ed altre promesse contenute nel nostro Salmo prendono spunto e si compiono non tanto nell’assenza di tribolazioni, ma, al contrario, nella certezza delle prove che caratterizzano la nostra vita. Sembrerebbe questo un messaggio infelice, scoraggiante, magari perché abituati a guardare a Dio come alla panacea a tutti i nostri problemi, o ad intendere la sua potenza come alla disponibilità di scegliere a nostro piacimento le azioni da far compiere a Dio. Sembrerebbe così, se non fosse che il Salmo esordisce con una vittoriosa rassicurazione: «chi abita al riparo dell’Altissimo riposa all’ombra dell’Onnipotente» (v. 1), e riposa anche quando la tempesta si presenta, quando il mare è grosso e la barca rischia di affondare.
Così come Gesù, colui che ha riposto la sua vita nelle mani di Dio perché in Dio dimora fin dall’eternità, che nel bel mezzo della bufera dorme, mentre i suoi amici lottano a piene mani contro la furia del mare.
Il peso di questo testo viene persino riconosciuto dal diavolo che lo usa per tentare Gesù dopo il lungo digiuno nel deserto. Ed è proprio Lui, il Figlio di Dio, divenuto simile a noi in ogni cosa (Eb. 2, 16), a sperimentare per primo la potenza delle promesse di Dio, essendo stato liberato per sempre dalle catene della morte.
Dio promette liberazione anche laddove tutto sembra abbia fine, nei momenti difficili, nelle prove che la vita ci pone davanti, nel pensiero costante della morte. È lì che Dio si prende cura di coloro che sperano in Lui, lì che le sue ali si spiegano sopra i suoi piccoli, lì, nel fuoco divorante e nelle acque inabissanti. Ed è lì che sperimentiamo l’indispensabilità della preghiera, che rinsalda il nostro legame verace con Colui che abbiamo riconosciuto quale nostro Signore e Salvatore, capace di indossare scudo e corazza per schivare i colpi a noi diretti.