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Prendersi cura del prossimo

Un giorno una parola – commento a Atti degli apostoli 20, 28

Colui che regna sugli uomini con giustizia, colui che regna con timore di Dio, è come la luce mattutina
(II Samuele 23, 3-4)

Badate a voi stessi e a tutto il gregge, in mezzo al quale lo Spirito Santo vi ha costituiti vescovi, per pascere la chiesa di Dio
(Atti degli apostoli 20, 28)

L’apostolo Paolo, diretto a Gerusalemme, non perde l’occasione di congedarsi dagli anziani della comunità di Efeso; per questo li chiama a sè (v. 17), sapendo che quella sarà la sua ultima occasione per parlare con loro. Nel suo discorso unisce alle parole di incoraggiamento e di amore, le sue tante raccomandazioni, un po’ come farebbe un padre prima di salutare i suoi figli. Sulla scorta delle parole del Maestro, che prima di congedarsi dai suoi discepoli li avvertì dell’imminente pericolo derivante dall’avanzata dei tanti pseudo maestri, Paolo avverte i suoi delle minacce che da lì in avanti avrebbero dovuto affrontare per amore dell’evangelo. Lo fa con amore, un amore che tempo prima lo aveva spinto a non astenersi dal proclamare la necessità della conversione a Cristo e che ancora adesso gli impone di spendersi fino alla fine.

Prima di ogni altra cosa badate a voi stessi, dice Paolo, prendetevi cura delle vostre anime, restando saldi nella fede, guardandovi dai lupi rapaci, i quali non si curano affatto di risparmiare nessuno; solo così, infatti, riuscirete a prestare attenzione al gregge che il Signore vi ha affidato, essendo infiammati d’amore per esso. Se giudizio ci dovrà essere siate, innanzitutto, giudici di voi stessi, delle vostre fragilità, delle vostre debolezze. E se riuscirete ad essere clementi con voi stessi, siatelo anche con chi il Signore vi ha messo accanto. Ma amatevi, preservatevi e conservatevi innanzitutto nell’amore (e nell’amare!). Solo attraverso un esercizio continuo dell’amore, infatti, potremo essere discepoli e discepole del Cristo vivente; solo guardando alle meravigliose virtù di chi ci sta di fronte riusciremo a realizzare quanto Dio abbia “osato”, fidandosi di noi e affidandoci la cura di altri suoi figli e figlie. Prendetevi cura del fratello e della sorella che riuscite a vedere, perché solo se saprete amare loro, che quotidianamente incrociano la vostra vita, riuscirete ad amare profondamente Dio.

Images ©iStockphoto.com/MarkD800