La tentazione del bene
17 dicembre 2015
Il risveglio di Guerre Stellari
Cosa si può dire di Star Wars VII: Il Risveglio della Forza senza guastare la visione a chi non l’ha ancora visto e, allo stesso tempo, invogliare chi non avrebbe intenzione di vederlo? Poco, ma questo poco va detto.
Intanto non delude gli appassionati della saga. Le tematiche e le ambientazioni sono simili, ma non si tratta di una semplice operazione nostalgia. La scelta di J.J. Abrams alla regia si è rivelata azzeccata e la riproposizione di un maestro della sceneggiatura come Lawrence Kasdan ha fatto il resto. E questo è importante: un film fatto di effetti speciali, di mondi inventati, di creature immaginarie, deve essere supportato da una sceneggiatura solida se vuole sopravvive al tempo.
Con i primi sei episodi la storia poteva essere considerata chiusa. Invece adesso si riapre e si evolve. La trama trae spunto in particolare dal primo film del 1977 Star Wars IV: Una nuova speranza, ma propone nuovi intrecci, nuove possibilità. Abrams con gli stessi ingredienti cucina una pietanza nuova, che però non può non richiamare quel piatto cui ci eravamo piacevolmente abituati.
Star Wars è l’Iliade e l’Odissea del nostro tempo. Come gli dei che guardavano l’assedio di Troia dall’alto, scegliendo quale fazione sostenere, gli spettatori sono sempre lì e si emozionano per personaggi come Han Solo, che nulla ha da invidiare a Ulisse. «È tutto vero» dice Han. Vero come solo il mito può essere: la lotta tra bene e male, la lacerazione della scelta, momenti che ogni essere umano ha vissuto, senza necessariamente considerarsi un eroe o un’eroina.
La storia si è evoluta: il pantheon degli eroi si è ampliato. Non c’è più il dominio del maschio bianco. L’introduzione della robivecchi Rey e del disertore Finn tra i protagonisti della saga, apre infatti a un mondo — il nostro — molto più attento alla realtà di quanto non lo fosse il secolo scorso. Qualcuno probabilmente griderà allo scandalo della “dittatura” del politically correct: a Natale regalategli un libro di Kipling, che potrebbe apprezzare, anche se non necessariamente capire.
La Forza si risveglia e la nuova speranza è una giovane donna povera, senza famiglia, con un nome che richiama al raggio di luce, quel raggio che il Lato Oscuro vorrebbe spegnere. Il male sconfitto in Star Wars VI: Il ritorno dello Jedi torna alla carica, ancora più forte e spaventoso, manifestando la sua pretesa totalitaria fondata sull’ordine amorale. Al rigurgito prepotente del Lato Oscuro, gli autori di Star Wars VII oppongono un bene che resiste come un lumicino, ridotto al rango di tentazione, così come Hannah Arendt descriveva l’opposizione al male istituzionalizzato del Nazismo.
La nuova speranza è affidata a chi ha il coraggio di cedere alla tentazione di fare la cosa giusta. La Forza si è così risvegliata e alla meravigliosa piccola Rey — come al giovane re Artù — è affidato il compito di guidare la lotta per la pace e la giustizia nella galassia. Una galassia lontana lontana. O forse non così lontana.