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Una Federazione al passo con i tempi

Verso l’assemblea della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei). Intervista a Riccardo Bachrach, luterano e tesoriere del Consiglio Fcei, sulle modifiche dello statuto 

Perché un nuovo statuto della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei)?

«Per due motivi: uno perché le regole che la Fcei si è data all’epoca della sua fondazione sono obsolete e non adeguate agli attuali compiti. Infatti nessuno degli organi previsti nell’attuale statuto, Assemblea, Comitato generale e Consiglio, è in grado di svolgere correttamente e proficuamente i compiti che la logica attribuirebbe loro. Il secondo motivo è che l’attuale statuto non consente il riconoscimento della personalità giuridica. Questo non perché, come qualcuno ha detto, lo Stato italiano vuole perseguitare i protestanti, ma perché questi non sono stati capaci di darsi uno statuto giuridicamente accettabile e funzionale».

Quali saranno i cambiamenti più eclatanti sul fronte del funzionamento della struttura?

«Potrebbe anche non cambiare molto, solo che ogni organo dovrà svolgere legittimamente il suo ruolo. La grande riunione triennale (ex Assemblea) sarà un forum del protestantesimo in cui, liberi da impegni burocratici e di routine, saranno affrontati i grandi temi della società ai quali possiamo dare un nostro pensiero ed un nostro contributo. L’Assemblea (ex Comitato generale) è l’organo in cui sono rappresentate le chiese federate, in cui si daranno gli indirizzi, si indicheranno le coperture economiche per le azioni decise, si approveranno i bilanci, si nominerà l’esecutivo. Il Consiglio mette in atto le delibere ed ha i suoi compiti esecutivi e la responsabilità del funzionamento della struttura. Tutto questo darà la possibilità di richiedere il riconoscimento e di conseguenza avremo la possibilità di accrescere le nostre potenzialità di intervento, una migliore collaborazione con enti pubblici, l’accesso a fondi europei e ministeriali, essere capofila in progetti finanziati».

In che modo sarà garantita la rappresentatività delle varie chiese membro?

«La rappresentatività delle chiese membro deve ovviamente essere garantita e lo è negli organi decisionali: in particolare nell’Assemblea, in cui tutte sono presenti ma con una certa proporzionalità rapportata alla loro consistenza ed alla loro capacità contributiva».

Entriamo quindi in una nuova era? Come vede la Fcei da qui ai prossimi 20 anni?

«Entriamo in una nuova era ma non perché approviamo un nuovo statuto. Anzi siamo già entrati in una nuova era perché è cambiata la società in cui viviamo, abbiamo dei nuovi compiti oltre a quelli tradizionali, la convivenza civile diventa sempre più difficile e sono aumentate le nostre responsabilità. Non posso dire come sarà la Fcei nel 2035, ma mi auguro che sia almeno come avrebbe dovuto essere già ieri».

Foto: L'assemblea Fcei del 2009 (foto Riforma)

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