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A mensa cibo sano per i bimbi

Mentre l'Organizzazione mondiale per la sanità lancia l'allarme sulla carne rossa, le scuole Monte degli Ulivi del Servizio cristiano di Riesi (Cl) scelgono un'alimentazione di qualità

Su tutti i giornali è rimbalzata la notizia che mangiare carne lavorata e conservata, come salami, wurstel o prosciutto, è causa di cancro. Leggermente meno pericolosa è la carne rossa non processata, che è stata classificata come «probabilmente cancerogena» dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), organismo specializzato dell’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms). La correlazione tra il consumo di carne rossa (e ancor più di carne lavorata) e alcuni tipi di cancro conferma quanto molti scienziati, medici ed epidemiologi affermano da diversi anni. Da qui l’appello ad una diminuzione dei consumi di carne, ad una diversificazione delle diete – privilegiando in particolare quella mediterranea –, ad un controllo sulla qualità di ciò che arriva sulle nostre tavole, sia in termini di sicurezza sia in termini di impatto ambientale. Tale impegnativo richiamo è stato raccolto dalla direzione e dallo staff delle Scuole «Monte degli Ulivi» del Servizio cristiano di Riesi (Cl), opera diaconale delle chiese valdesi e metodisti, che dall’inizio dell’anno scolastico hanno compiuto una scelta di campo netta sul tipo di alimentazione da proporre ai bambini e alle bambine delle scuole primaria e dell’infanzia. Ne parliamo con Gianluca Fiusco, direttore del Servizio cristiano.

«Come premessa vorrei dire che la scelta dei menu scolastici è sempre il risultato di compromesso perché da un lato vi sono le esigenze delle famiglie, che hanno abitudini e orientamenti alimentari talvolta simili talvolta estremamente diversi, dall'altro vi sono le necessità della struttura. Quest’anno abbiamo provato a fare un salto di qualità partendo dalla convinzione che l’alimentazione dei bambini e delle bambine non può essere solo il soddisfacimento di un bisogno materiale, cioè quello di nutrirsi, ma deve essere prima di tutto un momento pedagogico. Così da un lato abbiamo provato a valorizzare al meglio le risorse dell’agricoltura biologica, dunque i prodotti che arrivano direttamente dalle coltivazioni del Servizio cristiano, che costituiscono parte dell’alimentazione dei nostri bambini e bambine; dall’altro ci siamo interrogati sulla sostenibilità dell’alimentazione occidentale. Da tempo, infatti, vi è un’attenzione particolare alla problematicità di un eccessivo consumo di carni rosse, confermato appunto dalle dichiarazioni fatte in queste ultime ore dall'Oms. Ma al di là dell’aspetto squisitamente medico, che pure è importante, ce ne è un altro che va considerato e che è legato alla salute globale del pianeta, del creato che Dio ci consegna e del quale noi dovremmo avere cura. La produzione di carni rosse, infatti, comporta un depauperamento delle risorse ambientali notevole, su cui va fatta una riflessione seria».

Le famiglie degli studenti come hanno accolto questa attenzione ad una sana alimentazione?

«Abbiamo riflettuto che in genere quando ci sono dei problemi sull’alimentazione, la comunicazione con le famiglie è abbastanza veloce, nel senso che le famiglie rapidamente ci fanno notare che il proprio figlio, la propria figlia non hanno mangiato, mentre sono un po’ più lente ad intervenire sulle questioni legate, per esempio, ai compiti da svolgere a casa. Quest’anno ci siamo resi conto che le critiche, le osservazioni, le lamentele sui menu proposti non sono state tante, nel senso che aver fatto una scelta più sostenibile dei menu scolastici, che ci ha portato a fornire non soltanto alimenti di qualità ai bambini ma anche a ridurre i problemi che gli stessi possono avere nel consumo degli alimenti, è stato apprezzato. Certo, ancora non abbiamo abolito del tutto il consumo delle carni rosse dal nostro menu, anche se è estremamente limitata».

Quanti bambini mangiano quotidianamente alla mensa?

«Ogni giorno serviamo circa 150-160 pasti caldi nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria del Servizio cristiano, dunque un’attività non minimale. La cucina è poi sempre il cuore nevralgico delle scuole, perché le strutture possono essere molto belle, i servizi innovativi, ma se un bimbo ci mangia male se lo ricorderà per tutta la vita».

E lo staff cucina di quante persone si compone?

«Quest’anno abbiamo deciso di esternalizzare il servizio cucina, quindi non abbiamo più personale del Servizio cristiano che opera all’interno della cucina ubicata nelle nostre strutture, ma è una cooperativa a carattere familiare di Riesi che prepara il pasto giornaliero. Certo abbiamo posto dei limiti che sono: il menu a nostra scelta, i prodotti che forniamo dall’agricoltura del Servizio, il consumo delle materie prime e di trasformati che sia di qualità e certificato biologicamente in modo da evitare il consumo indiscriminato di prodotti a basso costo che si trovano nei supermercati e che hanno un impatto ambientale estremamente elevato». 

Quali prodotti alimentari il Servizio riesce a fornire?

«Prima di tutto l’olio. Questo peraltro è il periodo della molitura e della raccolta delle olive. Ringraziamo Dio perché quest’anno prevediamo di avere un buon livello di produzione: sia gli ulivi secolari sia le nuove piante hanno veramente dato il meglio di sé! Anzi, chi volesse acquistare il nostro olio d’oliva biologico premuto a freddo, può facilmente contattarci. Oltre all'olio, poi, ci sono le verdure: melanzane, pomodori, cipolle, insalata… insomma tutto quello che l’orto può produrre noi lo mettiamo a disposizione dei nostri bambini e bambine delle scuole Monte degli Ulivi ma anche di tutti gli altri ospiti, sperando che gradiscano!».

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Foto tratte dal sito del Servizio Cristiano

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