Il cinema di valle prende forma
15 ottobre 2015
Il cinema in val Pellice manca dal 2010 quando il Cinema Trento di Torre Pellice ha chiuso. Ora il progetto di un gruppo di cittadini.
Una valle con un bacino d'utenza di oltre ventimila persone non può non aver un cinema. Quasi tutti i valligiani che amano il grande schermo devono andare a Pinerolo o al cinema di Barge, solitamente frequentato per la maggior parte da valligiani. Il cinema in valle manca dal 2010 da quando il glorioso e storico cinema Trento ha chiuso i battenti per mala gestione e perché la sala ormai non era più a norma di legge. Il riscaldamento costava troppo, bisognava rifare i bagni per i disabili, metterli a norma e rifare l'impianto audio, solo per citare i lavori più urgenti.
Da tre anni a questa parte, per sopperire alla mancanza di un cinema ci ha pensato la rassegna Mi Rifugio al Cinema che in tre anni ha collezionato oltre tremila presenze al Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna San Giovanni, 1500 solo quest'anno in dodici proiezioni estive. Questa fortunata esperienza, frutto del lavoro e della passione per la “settima arte”, è stata portata avanti da diversi soggetti, dall'associazione Cinema B'essai, dal Rifugio Re Carlo Alberto, la casa di riposo per anziani gestita dalla Diaconia valdese e da molti volontari e semplici appassionati.
Parallelamente, il Cai Uget val Pellice, già da questa primavera, iniziava a ragionare su come far rinascere un cinema di valle. Durante l'ultima edizione di Mi Rifugio al Cinema, quest'estate, è stato distribuito agli spettatori un questionario breve e semplice in cui si chiedeva quante volte all'anno si andava al cinema, se fosse necessario un cinema in valle, se, nel caso ci fosse stato, la frequenza sarebbe aumentata o sarebbe rimasta la stessa. Finora ne sono stati compilati e riconsegnati circa 500 ma l'obiettivo e arrivare almeno a 1000. I questionari si possono ancora compilare nella sede del Cai Uget val Pellice, alla Biblioteca Carlo Levi di Torre Pellice, alla libreria Claudiana, al ristorante Fujot, altrimenti si può compilare on line direttamente da qui. «Noi lanciamo un appello a tutti gli esercenti della valle – spiega Marcello Galetti ideatore di Mi Rifugio al cinema e direttore del Rifugio Re Carlo Alberto di Luserna – bar, negozi, ristoranti, farmacie possono chiederlo al Cai o stamparselo e offrirlo ai clienti, proprio perché l'idea è che sia un cinema di valle e che parta dal basso».
Un cinema partecipato?
Ma come si fa a realizzare quest'idea? «L'idea – spiega Marco Fraschia del Cai Uget val Pellice – è forse un po' idealista e un po' utopica, ma come diceva Tullio Vinay l'utopia non è qualcosa di irrealizzabile ma qualcosa di non ancora realizzato. E l'utopia sarebbe proprio questa: visto che è un cinema di valle, visto che le risorse sono quelle che sono, ognuno contribuisca a modo suo, ognuno dia qualcosa per questo cinema con quello che ha. Chi non ha strumenti tecnici può raccogliere fondi, i professionisti invece possono contribuire con le loro professionalità. Dal progetto all'impianto elettrico, l'idea è di coinvolgere professionisti e artigiani della valle. Si faranno degli incontri, si spiegherà l'obiettivo e chi c'è sarà ben accetto».
I promotori di quest'iniziativa sono convinti, e come abbiamo visto hanno diverse prove per esserlo, che in val Pellice c'è un grande bisogno di cinema: dai questionari che stanno tornando e che la popolazione sta compilando, dalle presenze alle varie rassegne che hanno tenuto il cinema vivo in diverse forme in questi anni.
Ma dove sorgerebbe il nuovo cinema? «Io mio auguro – aggiunge Maurizia Allisio, assessora alla cultura e alle strutture associative – che questo gruppo di lavoro che si sta muovendo per riportare il cinema in valle scelga il vecchio cinema Trento. Quella è la sede vista nell'immaginario collettivo come il cinema in val Pellice. Il comune non vuole avere un ruolo da regia, anzi ci piace molto che sia un'iniziativa che parte dal basso e stiamo studiando come poter poi dare in appalto la gestione della struttura dal punto di vista normativo». Ma si può ristrutturare il cinema Trento? «Sì, noi nel primo anno di mandato avevamo anche sognato di poterlo fare con le nostre forze. Avevamo fatto un piccolo progetto e volevamo fare un concorso di idee ma poi abbiamo visto che i costi della ristrutturazione non erano alla portata del bilancio di un comune come Torre Pellice. Se ci fosse il comune unico di valle, con i finanziamenti e gli incentivi statali invece i soldi li avremmo eccome».
Si sta dunque procedendo per piccoli passi ma la strada e la sfida sono segnate. Le prossime tappe saranno incontri pubblici con la popolazione per capire chi è interessato a concretizzare quest'idea e chi a portare le proprie capacità e esperienze. E chi fosse interessato può contattare il Cai Uget val Pellice e portare il proprio contributo. Intanto, i prossimi appuntamenti “cinematografici” in val Pellice saranno al Teatro del Forte con l'inizio della rassegna Montagnart tutti i venerdì di novembre.