L’incontro con Dio
21 settembre 2015
Un giorno una parola – commento a Salmo 95, 2-3
Presentiamoci a lui con lodi, celebriamolo con Salmi! Poiché il Signore è un Dio grande, un gran Re sopra tutti gli dei
(Salmo 95, 2-3)
Il re dei re e Signore dei signori, il solo che possiede l’immortalità e che abita una luce inaccessibile; che nessun uomo ha visto né può vedere; a lui siano onore e potenza eterna
(I Timoteo 6, 15-16)
Una caratteristica evidente della poesia ebraica è il parallelismo, grazie al quale un concetto viene ribadito due o più volte con parole e immagini diverse, complementari, che ne ampliano il significato arricchendolo con sinonimi e abbellendolo con metafore.
Ecco perché l’incontro con il Signore – essenziale per ogni credente – prende questo duplice aspetto del presentarsi a lui e del celebrarlo. E – nonostante la nostra povertà di umani – il poeta ci esorta a non andare a Dio a mani vuote, ma a portargli la nostra gioia e la nostra gratitudine esprimendola con la lode del canto.
Ma ne siamo ancora capaci? O ci sentiamo talmente sopraffatti dalle brutture, dalle ingiustizie e tragedie intorno a noi, che non ci sembra opportuno manifestare allegria ed esultanza. Eppure l’incontro con il nostro Dio dovrebbe essere un piacere, come quando si va all’appuntamento con la persona che si ama e il cuore è pieno di impazienza e di una felicità che non si può contenere.
Perché accostarci a lui in questo modo? «Perché il Signore è un Dio grande», dice il salmista e aggiunge «un gran Re sopra tutti gli dei».
Ci sembra un po’ grezza questa affermazione. Il popolo di Dio ancora non si è liberato di questa presenza ossessiva di divinità, di idoli, di demoni che popolano il suo immaginario: che fede debole! Noi moderni abbiamo acquisito saldamente la coscienza dell’esistenza di un unico Dio, onnipotente, creatore del cielo e della terra ecc. ecc. Questa forma superstiziosa di credenze paganeggianti non fa più parte del nostro mondo.
E così non ci rendiamo conto che abbiamo collocato Dio ben lontano da noi. E non gli permettiamo di essere gran Re su tutti gli dei della nostra epoca, cui tutti noi con diligenza e reverenza sacrifichiamo: il denaro e la carriera, il tempo libero e il nostro ego, l’economia e il consumismo, l’autocompiacimento e lo status symbol, il progresso e il benessere e tanti e tanti altri idoli che serviamo e davanti ai quali ci prostriamo.