Bisognosi di conforto
24 luglio 2015
Un giorno una parola – commento a Isaia 12, 10
Io ti lodo, Signore! Infatti, dopo esserti adirato con me, la tua ira si è calmata, e tu mi hai consolato
(Isaia 12, 10)
Gesù dice: «Colui che viene a me, non lo caccerò fuori»
(Giovanni 6, 37)
Viviamo in un periodo pieno di incertezze in cui nascono facilmente le paure. Quando le paure cominciano ad attacchire, si è propensi a credere anche l'incredibile (quanti complotti ci sono in atto in giro… tutto pare essere colpa delle scie chimiche!).
Poi ci sono anche delle persone che utilizzano queste paure per propri tornaconti, accrescendo il malessere. Non è un bel periodo quello in cui viviamo: la convivenza è sotto pressione e chi si impegna per una convivenza migliore con diritti e doveri per tutte e tutti, si sente sotto accusa, perché metterebbe in pericolo quel po’ di sicurezza che ancora sembra esserci.
Abbiamo bisogno di conforto. Non di pie parole, non di ragionamenti a buon mercato o moralistici come per esempio, quelli degli amici di Giobbe. Abbiamo bisogno di una consolazione che toglie il peso che sentiamo gravare sulle nostre spalle, che rende l'aria irrespirabile pulita, che libera il nostro cuore. Così facendo intravediamo una nuova prospettiva. Il popolo d'Israele loda il Signore perché ha sperimentato la sua consolazione dopo un periodo difficilissimo. Ha potuto respirare di nuovo, perché ha intravisto la liberazione.
In periodi difficili, ci sentiamo lontani dal Signore, ma quando cominciamo a sentire la Sua presenza, è come se qualcuno camminasse accanto a noi, è come se qualcuno togliesse i pesi dalle nostre spalle, e allora si apre il nostro cuore e riusciamo a respirare meglio.
Che Dio ci dia di sperimentare in questo periodo così difficile la sua consolazione, l'unica che ci libera dalle paure e dalle insicurezze che stiamo vivendo. A partire dalla consolazione ricevuta, che Dio ci conceda di poter camminare accanto alle persone senza respiro, piene di ansia, affinché si aprano orizzonti di speranza e di un futuro vivibile per tutte e tutti.