Chiamati a seminare
22 luglio 2015
Un giorno una parola – commento a Matteo 13, 31-32
Io li moltiplicherò e non saranno più ridotti a pochi; li renderò onorati e non saranno più avviliti
(Geremia 30, 19)
Gesù disse: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape che un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i semi; ma, quand’è cresciuto, è maggiore dei legumi e diventa un albero; tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami»
(Matteo 13, 31-32)
Quante volte diciamo in modo avvilito: siamo pochi. Un ritornello che rischia di diventare una profezia che si avvererà. Invece bisogna aver fiducia nel seme che cresce in mezzo a noi. Ricordo sempre una riunione delle donne metodiste in Irlanda: il numero delle partecipanti non era un granché, ma nessuna si è lamentata nemmeno un momento. Dopo l’incontro ognuna ha portato gli spunti di riflessione ricevuti nella propria comunità e i risultati erano stupendi. Da quel piccolo seme è nato un albero con tanti uccelli fra i suoi rami. Bisogna credere in ciò che facciamo, bisogna credere nella forza germinativa. Il seme ha in sé possibilità insospettate. Se perdiamo la fiducia nel seme, i nostri semi saranno sterili.
Noi siamo chiamati a testimonire, a seminare. Ciò che noi seminiamo nella vita dei nostri figli e figlie, di chi sta accanto a noi, rischia davvero di rimanere sterile se non riusciamo a trasmettere ciò che è importante per la nostra vita: non solo la solidarietà, la giusitizia, la dignità, i diritti, ma soprattutto la fiducia in un mondo in cui Dio può abitare. Se non ci si infiamma più per queste cose, come possiamo pretendere che questi semi crescono senza il dovuto calore? Come possiamo pretendere che da questi semi possano uscire dei germogli?
Ma proprio avendo fiducia nell’azione di Dio, cominciamo a partecipare al Regno che verrà. Avendo fiducia prepariamo la terra per i semi, avendo fiducia che i semi non rimarranno sterili, ma cresceranno in alberi rigogliosi che accoglieranno chi ha bisogno di riparo in questo mondo pieno di ingiustizie.