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La Federazione luterana mondiale interviene sui conflitti prolungati

Appello al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a facilitare l’intervento umanitario

Il Consiglio della Federazione luterana mondiale (Flm) ha rilasciato una dichiarazione pubblica sui conflitti prolungati, richiamando l’attenzione sul numero elevato di circa 60 milioni di persone sfollate in tutto il mondo, delle quali più della metà sono bambini.

«Le risposte umanitarie a livello globale non sono in grado di soddisfare adeguatamente i bisogni di coloro che sono colpiti da questi conflitti violenti. Il livello di sofferenza e la risposta necessaria stanno travolgendo il sistema», si legge nella dichiarazione.

Attualmente, il World Service della Flm opera in 32 paesi, rispondendo alle emergenze e alle situazioni umanitarie prolungate in cui versano milioni di profughi in: Siria, Sud Sudan, Sudan, Somalia, Iraq, Repubblica Centrafricana, Mali, Repubblica Democratica del Congo, Burundi, Birmania, Colombia e America Centrale.

Con 15 nuovi conflitti sorti nel solo 2014, la crisi prolungata nella Repubblica Centrafricana (Car) riceve meno attenzione internazionale. Sebbene l’Onu rilevi che la situazione umanitaria in quel paese sia grave come non mai, essa non è considerata tra le più gravi emergenze. La situazione della Car è solo un esempio. Il numero di rifugiati in paesi come Kenya, Etiopia, Giordania, Ciad e Uganda, ad esempio, aumenta ogni anno.

Allo stesso tempo, l’ambiente di lavoro per il personale umanitario diventa più impegnativo. Nel 2014, gli operatori del World Service hanno vissuto incidenti di sicurezza in Sud Sudan, nella Car, in Ciad e in Birmania. I conflitti in corso impediscono il trasporto di beni di soccorso a chi è nel bisogno e fanno aumentare i costi delle operazioni.

La dichiarazione pubblica della Flm chiede al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di «sospendere il diritto di veto dei cinque membri permanenti in questioni relative alla prevenzione o alla fine del genocidio, ai crimini di guerra o ai crimini contro l’umanità». Esorta le parti in conflitto a «facilitare l’accesso umanitario, a tutelare e a promuovere la sicurezza, lo spazio e la libertà del personale umanitario, e ad operare senza pressioni politiche.

La dichiarazione invita, infine, le chiese membro della Flm ad accogliere i rifugiati e a sostenere le chiese e i cristiani perseguitati.

(Fonte: Flm)

Foto: Bambini di Kordofan nel campo profughi di Gendrassa, Sud Sudan, (: LWF/ C. Kästner)