Un pellegrinaggio per la giustizia climatica
11 giugno 2015
Presentato il progetto in vista della Conferenza delle parti sul clima. Intervista a Peter Pavlovic, segretario agli studi della Kek
n vista della Conferenza delle parti (Cop) 21 che porterà il prossimo dicembre a Parigi i rappresentanti dei governi del mondo per affrontare la questione del cambiamento climatico, la Conferenza delle chiese europee (Kek) ha lanciato l'idea di un “Pellegrinaggio per la giustizia climatica”. A questo proposito abbiamo intervistato Peter Pavlovic, segretario agli studi della Kek, che ha presentato il progetto durante la riunione europea dei Consigli nazionali di chiese, tenutasi a Berlino dal 26 al 29 maggio scorsi.
Com'è nata l'idea di un pellegrinaggio per la giustizia climatica?
«Il pellegrinaggio per la giustizia e la pace è un programma del Consiglio ecumenico delle chiese (Cec), attraverso il quale le chiese sono invitate a rispondere “alla volontà di Dio” affrontando le sfide del presente” in un cammino di “trasformazione della realtà”. La questione climatica è certamente una delle sfide più rilevanti del nostro presente. In più, il prossimo dicembre Parigi ospiterà il summit Onu sul cambiamento climatico, la cosiddetta Cop21. Si tratta di un incontro che porterà a decisioni che definiranno il nostro futuro. Per questo, la Kek ha lanciato per il 2015 un “Pellegrinaggio per la giustizia climatica”».
Perché la Cop 21 di Parigi è così importante? Cosa la rende diversa dagli incontri passati?
«Il summit di Parigi sta suscitando molte più attese ed aspettative rispetto ad altri incontri passati. Il tempo a disposizione per cambiare la situazione – per esempio, scongiurare un aumento della temperatura globale superiore ai 2°C – sta ormai finendo e si attende finalmente dalla Cop21 la definizione di un accordo vincolante e ambizioso, che possa definire il futuro della comunità globale secondo criteri di correttezza, verificabilità e trasparenza. D'altra parte, dobbiamo essere realistici ed evitare false aspettative. Dobbiamo essere consapevoli che molti dei partecipanti non condividono i nostri stessi obbiettivi. Certamente Parigi sarà una pietra miliare, ma non costituirà la fine del processo. Dobbiamo essere realistici e avere già lo sguardo al dopo, qualunque sia il risultato dell’incontro».
Qual è l'impegno concreto della Kek e delle chiese europee in vista del summit?
«La chiamata al pellegrinaggio è stata presa seriamente da diverse chiese europee che stanno organizzando una serie di iniziative a livello nazionale e locale. La Kek intende accompagnare le iniziative delle chiese, lavorare insieme a loro, sostenendone i progetti e i contributi, in particolare quelli provenienti dalle chiese numericamente più piccole. Tutta questa ricchezza e varietà di iniziative verrà condivisa in una consultazione che si terrà il prossimo 12-14 ottobre a Schwerte (Germania), presso l'Accademia evangelica di Villigst. All'incontro sono invitate tutte le chiese della Kek sia per fare il punto sul cammino già percorso, sia per prepararsi all'incontro di Parigi nell'ambito del quale, tra i tanti enti e associazioni, anche le chiese saranno presenti e avranno la loro visibilità».
Quale messaggio porteranno le chiese della KEK a Parigi?
«Certamente le chiese offriranno il loro contributo specifico. Sia a livello di condivisione di buone pratiche – sono sempre più numerose, per esempio, le comunità che utilizzano pannelli solari – sia a livello di sensibilizzazione dell'opinione pubblica e di pressione sui rispettivi governi per investire maggiormente in energie rinnovabili e per proteggere le popolazioni più esposte alle conseguenze del cambiamento climatico. Soprattutto, vogliamo sottolineare che la questione non riguarda solo il clima ma anche la giustizia. Per questo parliamo di giustizia climatica. Per quel che riguarda la visibilità delle chiese al summit, è ancora in preparazione un calendario di eventi. Al momento sappiamo che il 2 o il 3 dicembre si terrà un culto ecumenico presso la cattedrale di Nôtre-Dame con la presenza, tra gli altri, del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. Il 28 novembre sarà la giornata interreligiosa accompagnata da diversi eventi che avranno luogo in città. E' chiaro che il cambiamento climatico è una grande sfida, così grande che non può essere affrontata solo dai politici. C'è un ruolo per il mondo degli affari, la società civile, le chiese e le comunità religiose. Per questo mi sento di lanciare un appello a tutte le chiese e ai singoli cristiani di unirsi a questo pellegrinaggio per la giustizia climatica come un'opportunità per affermare che la cura per l'ambiente è parte della nostra fede cristiana».