Shams, un sole di speranza illumina la Tunisia
03 giugno 2015
L'associazione che si batte per la difesa dei diritti umani ha ottenuto un'autorizzazione ufficiale ad operare dal governo nordafricano
Il governo tunisino per la prima volta ha concesso un'autorizzazione ufficiale per svolgere attività politiche e manifestazioni ad un'associazione per la difesa dei diritti delle persone omosessuali e transessuali, Shams. Si tratta di una svolta importante, dopo che a marzo la capitale del paese africano aveva ospitato i primi due Gay Pride della storia araba come avevamo riportato anche sul sito di Riforma.it.
Come ha ricostruito il sito “Il grande Colibrì” che racchiude alcune sigle che si battono per la tutela dei diritti delle persone gay, lesbiche e transessuali, fra cui il Moi, Musulmani Omosessuali in Italia , l'autorizzazione è stata formalmente conferita dal governo, nonostante ricostruzioni di stampa abbiano cercato di sminuire la novità parlando di un semplice consenso-assenso (e quindi lasciando intendere che il governo non avesse intenzione di compiere davvero questo passo, notizia questa smentita da un comunicato che glissa sulla questione omosessualità per non offendere le parti più conservatrici del paese ma riconosce il ruolo che Shams sta avendo nel «sensibilizzare i cittadini sui rischi legati alle malattie sessualmente trasmissibili, agire pacificamente per l'abolizione delle leggi che discriminano le minoranze e difendere i diritti umani, e che questi obiettivi sono del tutto legittimi»).
Le reazioni nel paese sono state molto diverse: sul web sono stati pubblicati commenti molto offensivi, ma anche articoli di sostegno alla depenalizzazione dell'omosessualità. Le posizioni più critiche sono state espresse da religiosi e da politici conservatori (nonostante il fatto che il leader del principale partito islamista si fosse espresso contro la criminalizzazione dei rapporti tra persone dello stesso sesso solamente un mese fa).
L'associazione Shams, che significa sole, è nata tre anni fa, e facendo leva anche sulla presenza fra le sue fila di personalità note del mondo dello spettacolo e della cultura sta conducendo battaglie per la tutela dei diritti umani e contro ogni forma di discriminazione e contro la distorsione del messaggio pacifico ed egualitario dell'islam.
L'obiettivo principale è di giungere all'abrogazione dell'articolo 230 del codice penale tunisino che sancisce come reati i rapporti omosessuali. La strada pare tracciata, e la società tunisina si sta dimostrando esempio positivo per l'intera area.