L’umanità è responsabile della creazione di Dio
03 giugno 2015
Un giorno una parola – commento a Salmo 8, 6
Tu hai fatto dominare l’essere umano sulle opere delle tue mani, hai posto ogni cosa sotto i suoi piedi
(Salmo 8, 6)
Beati i mansueti, perché erediteranno la terra
(Matteo 5, 5)
In queste poche parole viene enunciato un principio fondamentale per il rapporto fra l’uomo e il creato. Ne indichiamo alcuni risvolti. Non è soltanto una questione di nomi: ma la Bibbia parla di “creato”, “opera delle mani di Dio”, non di natura. Ciò che esiste è parte della buona creazione di Dio, non un dato oggettivo, che esiste di per sé. Come parte della buona creazione di Dio c’è anche l’essere umano. Questo è il linguaggio della Bibbia, la visione teologica di ciò che esiste.
Tutto il creato è stato posto “sotto i piedi dell’uomo”: cioè a sua disposizione. L’essere umano è stato nominato da Dio “dominatore di ogni cosa”. Impegno gravosissimo, sempre nuovo e sempre mutevole: l’umanità è responsabile di tutta l’opera di Dio. Responsabilità dunque, parola molto impegnativa. Essa, infatti, comporta la necessità di rispondere delle proprie azioni e, soprattutto, delle loro conseguenze in quanto prevedibili. Se le conseguenze a breve e a lungo periodo non sono prevedibili, allora si adotta il principio della precauzione. Quello che succede oggi, può recare un danno irreversibile a chi ci sarà domani e dopodomani.
Nel tempo l’uomo con la tecnica controlla il creato, con la finanza il profitto privato. Ma, tecnica e finanza, soggette all’imprevedibilità, hanno stravolto il principio della responsabilità e annullato quello della prevedibilità. Operano solo a favore del profitto immediato. Non era questa la volontà del creatore, e non è questa la responsabilità umana per il creato.