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Tavolo Asilo. Preoccupazione per il decreto legislativo sull’accoglienza

Istituiti gli Hub, centri di accoglienza per le operazioni di identificazione e formalizzazione della domanda di protezione

Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via preliminare il decreto legislativo di recepimento delle direttive europee sull’accoglienza e le procedure per il riconoscimento della protezione internazionale. Il Tavolo Asilo, del quale fanno parte, oltre alla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), anche Acli, Arci, Asgi, Caritas italiana, Centro Astalli, Comunità di S. Egidio, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Casa dei diritti sociali e Save the Children, ha immediatamente inviato, un comunicato nel quale si evidenzia la «forte preoccupazione per alcuni aspetti che potrebbero modificare l’assetto del sistema asilo italiano».

Il Tavolo Asilo lamenta «la mancata consultazione con il terzo settore che ha portato all’elaborazione di proposte legislative lontane dalla realtà del diritto d’asilo in Italia, una realtà con la quale le associazioni di tutela che lo compongono si confrontano quotidianamente». «Forte – prosegue il Tavolo – la preoccupazione sulla riforma del sistema di accoglienza, un sistema che al momento è evidentemente inadeguato a dare risposte efficaci all’aumento degli arrivi di persone bisognose di protezione internazionale». Il decreto istituisce i cosiddetti Hub, centri di accoglienza regionali/interregionali dove dovrebbero essere realizzate le operazioni di identificazione e formalizzazione della domanda di protezione. Il Tavolo Asilo teme «che questi centri possano replicare l’inefficace e segregante esperienza dei Cara. Il ruolo degli Hub – prosegue il Tavolo Asilo - dovrà essere esclusivamente quello di prima accoglienza. Dev’essere assicurato inderogabilmente il trasferimento dei richiedenti asilo in tempi brevissimi verso le strutture territoriali di accoglienza». Al momento il sistema italiano ha 81mila posti di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, la maggior parte dei quali sono forniti attraverso strutture di emergenza in cui il livello dei servizi offerti e, di conseguenza, l’accesso ai diritti per richiedenti asilo e rifugiati è difficilmente monitorabile. Allarmante anche il tema della detenzione dei richiedenti asilo nei Cie che la proposta di decreto prevede di estendere sino a 12 mesi per quanti presentano un ricorso contro il diniego alla loro domanda di protezione. Il Tavolo Asilo chiede infatti di «limitare fortemente sia i tempi sia le fattispecie per il trattenimento nei Cie, disponendo una chiara esclusione delle situazioni vulnerabili e prevedendo che in caso di ricorso con accoglimento dell'istanza sospensiva all’espulsione il richiedente sia ricevuto nelle strutture ordinarie di accoglienza».

Fonte Nev

Foto: Immigrati Lampedusa, licenza CC BY-SA 2.0,  via Flickr

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