Francesco e Valdo si incontrano
13 maggio 2015
Rubrica «In cammino verso l’unità della chiesa» della trasmissione di Radiouno «Culto evangelico» curata dalla Fcei, andata in onda domenica 10 maggio
Il 22 giugno papa Francesco visiterà la chiesa valdese di Torino: si tratta di una prima assoluta. Certo, non è la prima volta che un papa entra in una chiesa evangelica italiana: il primo fu Giovanni Paolo II, che visitò i luterani di Roma nel 1983, imitato da Benedetto XVI nel 2010. Lo stesso Francesco nel luglio dell’anno scorso ha compiuto una visita alla Chiesa pentecostale della Riconciliazione di Caserta.
Ma l’incontro con i valdesi costituisce una novità, perché i valdesi non sono solo la Chiesa riformata d’Italia (cioè il ramo italiano della Riforma nella sua versione calvinista), ma sono gli eredi diretti di quel movimento medioevale di rinnovamento della fede cristiana che alcuni storici chiamano la «prima Riforma». Il movimento valdese ha infatti più di otto secoli di vita: nasce intorno al 1173 con la conversione del ricco mercante Valdo di Lione, e si sviluppa come un movimento «pauperistico» che ha molti tratti in comune con quello di Francesco d’Assisi: i due sono quasi contemporanei, Francesco nasce una quarantina di anni dopo Valdo, e muore circa vent’anni dopo il riformatore di Lione.
Il movimento valdese, all’inizio accolto con favore dalle autorità ecclesiastiche ma ben presto scomunicato, si diffuse in Italia e in altri paesi europei; tra questi, la Boemia, dove le vicende dei valdesi si intrecciarono con quelle del movimento hussita (e proprio quest’anno, il 6 luglio, ricorre il sesto centenario del rogo del riformatore boemo Jan Hus a Costanza).
Dunque la visita al tempio valdese di Torino del primo papa che – non a caso – ha scelto il nome di Francesco d’Assisi, non è solo l’incontro di un papa con una chiesa della Riforma, ma in qualche modo rappresenta l’incontro con quella «prima Riforma» che pagò prezzi altissimi in termini di repressione e di sistematica persecuzione. Tra l’altro per i valdesi questa persecuzione proseguì anche nei secoli successivi all’adesione alla Riforma del XVI secolo.
L’incontro di Francesco con i valdesi di oggi, ha spiegato il moderatore della Tavola valdese, pastore Eugenio Bernardini, sarà improntato a sobrietà e fraternità e orientato a individuare impegni concreti per avanzare nel cammino ecumenico. Ma mi piace pensare che, sul piano simbolico, questa visita rappresenti l’incontro (mancato) tra Francesco e Valdo, tra il Poverello d’Assisi e i «Poveri di Lione», come venivano allora chiamati i valdesi. Perché le chiese siano sempre più chiese di tutti, chiese dei poveri.