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La centrale a pirogassificazione di Pomaretto

Questo è il primo «servizio» che il team «Riforma-L’Eco delle Valli Valdesi e Radio Beckwith evangelica» vuole produrre come piccoli reportage dal nostro territorio con una video accanto alla parte di testo scritto

A inizio dicembre una partecipata assemblea pubblica nel teatro valdese di Pomaretto aveva discusso a lungo e in modo approfondito di questa centrale, o meglio centrali, in quanto una più grande è prevista più a valle dell’abitato di Pomaretto, mentre quella più discussa è in mezzo all’abitato.

La pirogassificazione a cippato, in parole povere è una sorta di centrale a biomassa legnosa, che sfrutta le altissime temperature (superiori ai 1000 gradi) per convertire il materiale ricco di carbonio in monossido di carbonio, idrogeno e altri composti gassosi. «Il progetto pilota, promosso dall’Uncem e dal sindaco Breusa, prevede la costruzione di due centrali cogenerative a biomassa, che verranno realizzate interamente con contributi privati della società Ecorel Power di Fossano. La durata dell’accordo è ventennale e la società si impegna ad acquistare eslusivamente legna locale, fornita dal consorzio forestale e da altre aziende private della valle», si legge nel documento programmatico. I due impianti, uno da 1 megawatt e l’altro da 200kw, saranno utilizzati per riscaldare alcune zone di Pomaretto come Comune, scuole adiacenti, ospedale e alcuni condomini lungo la via principale del paese.

Dopo quell’incontro pubblico a Pomaretto si è creato un comitato che dice «no» a questa centrale. I dubbi sono molti, sulla qualità dell’aria, sul rumore, sulla legna che in molti pensano possa poi arrivare da lontano e non dalle zone circostanti.

Il sindaco di Pomaretto Danilo Breusa proprio su questo punto ha chiarito che «per l’approvvigionamento della legna (una quantità minima, 2 “trattorate” a settimana sono sufficienti per l’impianto di 200kw), sulla filiera corta ho lavorato per due anni alla sua creazione. Siamo arrivati alla conclusione di poter pagare a un prezzo buono il legname, a patto che arrivi dal territorio delle due valli. Purtroppo come spesso succede c’è anche stato un atto di disinformazione poco utile alla cittadinanza. Esponenti di un comitato hanno portato l’esempio di un altro pirogassificatore, nella zona di Ivrea, che effettivamente produceva inquinamento ed è stato bloccato; peccato però che bruciasse anche rifiuti e quindi il paragone fosse assolutamente infondato».