Accadde oggi, 4 maggio
04 maggio 2015
4 maggio 1949 - Superga e il grande Torino
«Siamo sopra Savona. Voliamo di sotto delle nubi, 2000 metri, fra 20 minuti saremo a Torino».
Un aereo avanza a fatica nel maltempo del nord Italia. E’ di ritorno da Lisbona e sta per iniziare la discesa verso l’aeroporto piemontese.
Sono le 16.45 del 4 maggio 1949 e queste sono fra le ultime parole pronunciate dal comandante del trimotore Fiat G.212 della Avio Linee Italiane. A bordo 4 membri dell’equipaggio, alcuni giornalisti e poi loro: i ragazzi del Grande Torino.
La squadra è di ritorno dalla capitale portoghese dopo aver disputato una gara amichevole in omaggio al capitano della squadra lusitana, Francisco Ferreria, amico personale del capitano granata Valentino Mazzola, uno dei più forti giocatori italiani del novecento.
La sera precedente c’è stata la cena comune fra i giocatori del Benfica e quelli del Torino: foto, risate, abbracci, clima di festa.
E dire che quel viaggio nessuno aveva molta voglia di farlo, figlio di una promessa fatta da Mazzola proprio a Ferreira in occasione di una partita fra le due nazionali. In Italia il campionato è alle battute finali, il Toro si sta giocando punto a punto l’ennesima vittoria del tricolore. Il pareggio a Milano contro l’Inter la domenica precedente dà la quasi certezza del quinto scudetto consecutivo ai granata, per cui il presidente del club, Ferruccio Novo, decide di premiare i suoi talenti con un viaggio non proprio comodissimo, per gli standard di trasporto dell’epoca.
Sarà l’aereo degli appuntamenti mancati ( vari giornalisti o giocatori avranno la ventura di non salirvi per coincidenze varie), ma a bordo c’è l’intera ossatura della squadra, che sostanzialmente per il suo valore fornisce dieci giocatori su undici alla nazionale italiana ed è una delle più forti d’Europa in quel secondo dopoguerra. «Quota duemila, tagliamo su Superga». Le nubi, la pioggia, l’altimetro forse rotto. Lo schianto. 31 morti. Un paese intero sotto shock e il mondo intero che con le lacrime agli occhi rende omaggio commosso alle bare di una squadra destinata a rimanere nella memoria collettiva, non solo torinese.