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Palermo. Inaugurata Casa «Vale La Pena» presso il Centro diaconale “La Noce”

La Casa accoglierà detenuti e condannati in misura alternativa

 Il Centro diaconale “La Noce” di Palermo, in considerazione del delicato tema del sovraffollamento degli istituti penitenziari, in questi ultimi anni si è aperto a nuove proposte progettuali che trovano la loro matrice nel paradigma della giustizia riparativa. In questo clima il Centro diaconale ha avviato dei protocolli d’intesa con l’ufficio di Servizio sociale minorile (Ussm) e con l’ufficio esecuzione penale esterna (Uepe), per intraprendere con i soggetti inseriti all’interno del circuito penale, dei percorsi di riparazione simbolica del danno.

Venerdì 24 aprile 2015 presso il Centro diaconale la Noce è stata inaugurata Casa “Vale la pena”, un centro di accoglienza maschile per detenuti e condannati in misura alternativa. La Casa, progettata con l’Ufficio di esecuzione penale esterna (Uepe) di Palermo, è stata realizzata grazie alla sensibilità della Federazione delle chiese evangeliche svizzere (Heks) sulle tematiche specifiche, e grazie ad un contributo dell’8 per mille delle chiese valdesi e metodiste.

La casa di accoglienza ospiterà cinque persone che provengono dall’area penale. Nello specifico si tratta di persone in affidamento all’Uepe, la cui permanenza massima è fissata in 12/18 mesi.

Casa Vale la pena intende adoperarsi per promuovere percorsi formativi e, laddove è possibile, lavorativi e di volontariato. Ogni percorso è strutturato sulle esigenze dei singoli ospiti. Il servizio è rivolto anche alla famiglia di origine che vive spesso in una condizione di isolamento e di marginalizzazione sociale. Il servizio di accoglienza in comunità residenziale, prevede sia accoglienze brevi ed episodiche (in occasione di permessi premio), sia accoglienze temporanee (in occasione della fruizione delle misure alternative).

Coerentemente con gli obiettivi generali del progetto sono state scelte quattro aree d’intervento: reinserimento abitativo; reinserimento lavorativo; mediazione del conflitto; sostegno alle relazioni familiari.

Il progetto individualizzato, rivolto ai soggetti in esecuzione penale, prevede di raggiungere dei risultati che riguardano i vari ambiti della persona; il progetto deve essere adeguato alla concessione e alla migliore attuazione della misura alternativa, compatibile con la comunità di riferimento e le esigenze di sicurezza sociale.  

Foto: Il momento della firma del progetto con Anna Ponente, direttrice del Centro diaconale La Noce (a sin.), e la dott.ssa Marina Altavilla, direttrice Uepe di Palermo.

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