Sfogliando i giornali del 23 aprile
23 aprile 2015
Le cinque notizie di oggi da conoscere
01 – Mediterraneo, secondo la bozza Ue la maggior parte dei migranti arrivati in Europa potrebbe essere rimpatriata
Oggi alle 16 i ministri degli esteri dell’Unione europea si riuniranno a Bruxelles in sessione straordinaria per trovare nuove strategie nella gestione delle migrazioni nel Mediterraneo, soprattutto in relazione alla crisi libica. Secondo la bozza del pacchetto di misure che saranno discusse oggi, citata dal Guardian, lo status di rifugiato sarà riconosciuto soltanto a 5.000 migranti arrivati in Europa negli ultimi mesi, mentre almeno 150.000 persone, la grande maggioranza delle persone arrivate sulle coste italiane tra quest’anno e lo scorso, saranno rimpatriate come migranti irregolari in un programma coordinato dall’agenzia Frontex. Nei primi quattro mesi del 2015 oltre 31.000 persone hanno provato a entrare in Italia e in Grecia, le principali porte d’accesso all’Unione europea, e più di 1.750 hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo dall’inizio del 2015, un dato 30 volte più alto rispetto allo stesso periodo del 2014.
02 – Libia, ucciso un giornalista che stava documentando gli scontri
Mouftah al Qatrani, operatore video e produttore televisivo, è stato ucciso in Libia da un colpo di arma da fuoco alla testa mentre si trovava nel suo ufficio a Bengasi.
Al Qatrani, direttore della società di produzione Al Anouar, forniva video e immagini degli scontri tra esercito e milizie della coalizione Alba Libica ai canali televisivi locali e internazionali. Si tratta del primo attacco contro la stampa da quando il generale Khalifa Haftar, ora capo delle forze armate del governo riconosciuto di Tobruk, ha lanciato una campagna militare per riprendere il controllo di Bengasi, e la paura di nuovi omicidi rischia di ridurre ulteriormente la copertura mediatica della guerra.
03 – Yemen, l’Arabia Saudita riprende i bombardamenti contro l’opposizione sciita
L’Arabia Saudita ha annunciato che continuerà a usare la forza per fermare l’avanzata dei ribelli Houthi nello Yemen. Nonostante l’annuncio saudita – arrivato nella notte tra martedì e mercoledì – di mettere fine all’offensiva militare, ieri la coalizione sunnita guidata da Riyad ha compiuto nuovi bombardamenti sulla città di Taiz e su una caserma occupata dai ribelli, causando numerose vittime tra i civili. Gli Houthi hanno annunciato che non torneranno a sedersi al tavolo negoziale, come chiesto invece dalle Nazioni Unite, se i raid aerei non cesseranno completamente.
04 – Italia, rinviata a data da destinarsi l'anagrafe per l'edilizia scolastica
È stato rinviata a data da destinarsi la pubblicazione dell’anagrafe nazionale dell’edilizia scolastica. Nel documento, atteso per ieri, dovevano essere indicate le condizioni di tutti gli istituti del paese, forniti su base regionale e contenenti anche un dettaglio degli interventi necessari e le relative cifre. Tuttavia, la decisione di spostare nel tempo la pubblicazione è stata presa perché, secondo la ministra dell’istruzione Stefania Giannini, «è necessario avere il quadro complessivo», finora incompleto perché mancano ancora i dati di 6 regioni: Lazio, Campania, Sicilia, Molise, Basilicata e Sardegna. Stando alle comunicazioni di ieri, i dati dovrebbero essere comunicati nelle prossime settimane, ma mancano date certe.
05 – Nigeria, l’esercito attacca l’ultima roccaforte di Boko haram
L’esercito nigeriano ha lanciato un’offensiva per riprendere il controllo della foresta di Sambisa, l’ultima roccaforte conosciuta di Boko haram nel nordest del paese. Si ritiene che i jihadisti abbiano molte basi nella foresta, che è stata bersaglio di bombardamenti aerei sin da febbraio. Secondo alcune fonti, vi potrebbero essere nascoste alcune delle studentesse rapite a Chibok un anno fa. La foresta si trova a circa cento chilometri di distanza dal villaggio, vicino al confine con il Camerun.
Negli ultimi due mesi le truppe nigeriane, sostenute da quelle del Ciad, del Niger e del Camerun, hanno intrapreso una nuova campagna per cacciare i jihadisti dal nordest del paese, e la riconquista della foresta di Sambisa rappresenterebbe un obiettivo importante nella campagna militare.