Sfogliando i giornali del 17 aprile
17 aprile 2015
Il recupero del peschereccio italiano sequestrato nel Mediterraneo, le violenze contro gli stranieri in Sudafrica, la sospensione delle condanne a morte in Pakistan, 7 anni di carcere alla giornalista cinese Gao Yu, la bassa affluenza alle elezioni in Sudan
01 – Mediterraneo, recuperato dalla Marina italiana il peschereccio sequestrato questa mattina
Il peschereccio italiano Airone, sequestrato questa mattina a circa 50km dalla costa libica, è tornato sotto il controllo della Marina italiana. Il rimorchiatore apparteneva probabilmente a forze di sicurezza libiche, ma secondo il presidente del distretto produttivo della pesca, Giovanni Tumbiolo, che ha riferito le testimonianze dei pescatori che si trovavano nell'area, non va esclusa la pista della pirateria, «perché il rimorchiatore che ha abbordato il motopesca, a quanto riferiscono i testimoni, non mostrava insegne del governo libico». Il peschereccio si trovava al largo della costa di Misurata quando è stato dirottato con a bordo 7 marinai di nazionalità italiana e tunisina. A dare l’allarme via radio alla guardia costiera era stato l’equipaggio di un altro peschereccio siciliano che si trovava nella stessa zona.
02 – Sudafrica, rivolte e violenza contro gli stranieri
In Sudafrica, la popolazione è in rivolta contro gli immigrati. Dopo le dichiarazioni di Goodwill Zwelithini, attuale re della Nazione Zulu, che ha invitato il governo a intraprendere azioni per mandare via gli stranieri dal paese, nei giorni scorsi le violenze scoppiate in varie città hanno causato la morte di almeno 74 persone. Gli immigrati sono accusati di essere la causa dell’elevato tasso di disoccupazione, il più alto della regione per quanto riguarda la fascia giovanile, che nel 2013 ha raggiunto il 48,4%. Oggi la polizia ha sparato proiettili di gomma e lacrimogeni per disperdere una manifestazione contro gli immigrati a Johannesburg, in Sudafrica. Nelle proteste sono stati attaccati anche diversi esercizi commerciali di proprietà di cittadini etiopi, somali e di altre nazionalità che vivono nel paese, al punto che il Malawi ha deciso di rimpatriare i suoi cittadini.
03 – Pakistan, sospese le condanne a morte
La Corte suprema del Pakistan ha deciso di fermare l’esecuzione di 6 militanti condannati a morte lo scorso 2 aprile dai tribunali militari per accuse di terrorismo. Il governo del primo ministro Nawaz Sharif aveva deciso di istituire tribunali speciali militari per due anni e sospendere la moratoria sulla pena di morte in seguito all’attacco dei talebani a dicembre in una scuola di Peshawar, che aveva causato la morte di oltre 140 studenti. Da allora, oltre 50 persone sono state giustiziate dopo essere state condannate da tribunali civili per terrorismo. La Corte suprema del paese ha però stabilito oggi che i tribunali militari sono incostituzionali e che le esecuzioni sono sospese, mentre i condannati potranno presentare un appello e ottenere un nuovo processo.
04 – Cina, condannata a 7 anni di carcere la giornalista Gao Yu
La giornalista cinese Gao Yu, di 71 anni, è stata condannata a 7 anni di carcere con l’accusa di aver divulgato segreti di stato a un sito internet straniero. Pechino non ha reso pubblica la lista dei materiali che sarebbero stati divulgati, ma si sospetta che si tratti del Documento 9, un testo che contiene le linee guida del Pcc per il controllo delle libertà di associazione, stampa ed espressione. La sentenza è stata emessa ieri, e la giornalista ha annunciato che presenterà appello, anche se in Cina la possibilità che un giudizio di primo grado venga ribaltato è pressoché nulla. Non si tratta del primo arresto per Gao Yu, che era già stata fermata nel 1989 dopo i fatti di piazza Tiananmen e poi altre volte negli anni Novanta.
05 – Sudan, elezioni: a urne chiuse si conferma la bassa affluenza
Si sono chiuse ieri sera le urne in Sudan, dove si è votato per le elezioni presidenziali e parlamentari. Malgrado il voto sia stato esteso di un giorno rispetto alle previsioni, gli osservatori dell’Unione Africana hanno definito “debole” il tasso di partecipazione. Secondo l’ex presidente nigeriano, Obasanjo, che guida la missione, la percentuale di votanti si colloca tra il 30 e il 35% degli aventi diritto. I risultati del voto sono attesi per il 27 aprile, ma è scontata l’affermazione del partito al potere e del suo candidato presidente, Omar al-Bashir. I membri dell’opposizione hanno definito il voto «una farsa» e «un gioco costruito per ingannare il popolo sudanese col nome della democrazia».