L’amore di Dio per noi
16 aprile 2015
Un giorno una parola – commento a Luca 15,18
Il Signore è giusto, poiché io mi sono ribellata alla sua parola
(Lamentazioni 1, 18)
Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: padre, ho peccato contro il cielo e contro di te
(Luca 15,18)
Il personaggio qui presentato ci conduce a rileggere una famosa parabola di Gesù (quella che chiamiamo erroneamente “figlio prodigio”). Il suo comportamento ci appare fuori dalla norma. In realtà nell’esperienza del vivere quotidiano mai incontriamo chi sia disposto a confessarsi peccatore perché non vi è più la percezione di cosa sia il peccato.
Infatti, al di là delle pratiche religiose, la nostra società sta combattendo ogni senso di colpa e, anche se è una operazione salutare, si è creato un presunto “complesso di innocenza”. Se osserviamo in modo critico gli avvenimenti del nostro tempo tutti sono a conoscenza delle colpe enormi commesse, ma stranamente nessuno è colpevole! Tale stato di cose ci impedisce di comprendere nella sua serietà sia la confessione di peccato contenuta nel messaggio evangelico sia la portata liberatoria della concretezza del perdono. Come superare tale complessità?
Il cuore della parabola evangelica non è costituito dalle parole del giovane che dichiara: ho peccato contro il cielo e contro te… ma dall’agire successivo del padre il quale organizza una grande festa e ricolma di regali importanti il figlio ritrovato. Quel figlio era considerato morto ed ora è accolto come rinato a nuovo non per la consapevolezza del peccato commesso, ma a motivo dell’amore del padre.
Oggi abbiamo tutti necessità di scoprire la realtà dell’amore di Dio per tutti noi. Non importa quale consapevolezza abbiamo della dottrina religiosa perché il fatto veramente nuovo e liberante e accogliere i doni grandiosi dell’amore di Dio in Cristo Gesù.