Sfogliando i giornali del 10 aprile
10 aprile 2015
Gli aggiornamenti dallo Yemen, le sanzioni all'Iran, Panama, Stati Uniti e Cuba, lo storico colloquio tra John Kerry e Bruno Rodríguez, si va verso elezioni «dall’esito scontato» in Sudan, il governo argentino denuncia lo sfruttamento delle risorse petrolifere al largo delle isole Falkland–Malvinas
01 – Yemen, arriva a Sana’a il primo aereo con medicine e materiali sanitari, mentre la città subisce nuovi bombardamenti
Il primo aereo del Comitato internazionale della Croce rossa, con a bordo circa 16 tonnellate di aiuti medici, è atterrato questa mattina a Sana’a, la capitale dello Yemen. Nel dettaglio, l’aereo trasporta medicine, fasciature, flebo e strumenti chirurgici. Intanto, gli ultimi attacchi aerei della coalizione guidata dall’Arabia Saudita hanno colpito Sana’a. In particolare le testimonianze parlano della distruzione di alcune parti del ministero della Difesa e altre strutture. Gli attacchi, durati diverse ore, avrebbero colpito alcuni siti per il deposito di armi usati dai soldati leali all’ex presidente yemenita Ali Abdullah Saleh, temporaneamente alleati con i ribelli sciiti Houthi. Il raid fa parte della campagna militare saudita lanciata il 25 marzo per fermare l’avanzata dei ribelli.
02 – Stati Uniti/Iran, l’eliminazione delle sanzioni sarà graduale
A distanza di una settimana dall’intesa preliminare sul programma nucleare iraniano gli Stati Uniti sono tornati a parlare dell’eliminazione delle sanzioni nei confronti dell’Iran. Secondo il dipartimento di stato «le sanzioni saranno sospese in maniera progressiva e soltanto quando saremo in condizione di verificare che l’Iran rispetterà i suoi impegni, conformemente a un piano di azione completo e definitivo che deve essere approvato da qui al 30 giugno». Il presidente iraniano Hassan Rouhani ha invece affermato a una televisione iraniana che Teheran firmerà l’accordo definitivo sul programma nucleare con i paesi del 5+1 soltanto se saranno cancellate tutte le sanzioni. Anche la guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, si è pronunciato contro l’intesa preliminare sottoscritta a Losanna il 2 aprile a garanzia dell’accordo finale previsto per il 30 giugno.
03 – Panama, Stati Uniti e Cuba, lo storico colloquio tra John Kerry e Bruno Rodríguez
Il segretario di stato statunitense, John Kerry, e il ministro degli esteri cubano, Bruno Rodríguez, hanno tenuto dei colloqui a porte chiuse a Panama. Si tratta dell’incontro di più alto livello diplomatico tra Washington e L’Avana dall’interruzione dei rapporti nel 1961. Nel frattempo, il dipartimento di stato ha confermato la decisione di rimuovere Cuba dalla lista dei paesi che sostengono il terrorismo. Questa decisione potrebbe portare i due paesi a riaprire le rispettive ambasciate entro la fine di aprile, come lasciato intendere da Obama alcune settimane fa. Lo stesso Obama dovrebbe incontrare tra oggi e domani il presidente cubano Raúl Castro per il loro primo incontro ufficiale al vertice delle Americhe in corso a Panama.
04 – Sudan, si va verso elezioni «dall’esito scontato»
Lunedì si vota in Sudan per le prime elezioni presidenziali dalla nascita del Sud Sudan, avvenuta nel 2011. Secondo gli osservatori internazionali, le elezioni avranno un esito scontato, perché si prevede una scarsa partecipazione e i 15 sfidanti che si oppongono al presidente Omar al Bashir sono pressoché sconosciuti. Inoltre, i principali partiti di opposizione hanno deciso di boicottare le elezioni accusando il presidente di ripetute violazioni dei diritti umani in Darfur e in Sud Kordofan. Proprio in questo stato, teatro di un conflitto dal 2011, il voto è stato sospeso in 7 delle 24 circoscrizioni.
05 – Argentina, il governo denuncia lo sfruttamento delle risorse petrolifere al largo delle isole Falkland–Malvinas
Il governo dell’Argentina ha deciso di procedere con una denuncia nei confronti di tre compagnie petrolifere britanniche e due statunitensi che operano al largo delle isole Falkland–Malvinas. L’arcipelago britannico, rivendicato da Buenos Aires, che lo considera parte del territorio nazionale, continua a rappresentare un terreno di scontro per la politica argentina a oltre 30 anni dalla fine della guerra che oppose il paese sudamericano al Regno Unito. Per il governo argentino lo sfruttamento delle risorse petrolifere nelle acque territoriali delle Falkland–Malvinas è illegittimo. Le cinque società, che operano da un mese a 200 chilometri a nord dall’arcipelago, sono accusate di «condurre attività di esplorazione degli idrocarburi su una piattaforma continentale argentina senza aver ottenuto l’autorizzazione del ministero dell’energia argentino». Nell’agosto del 2013 tre compagnie britanniche avevano ricevuto il divieto di operare in Argentina per vent’anni, dopo essere state accusate da Buenos Aires di «condurre attività illegali e clandestine» nell’arcipelago.