A Milano aprirà una Casa del dialogo
03 aprile 2015
Un luogo interreligioso e simbolico per accogliere i visitatori di Expo in cerca di spiritualità
Dopo l’ondata di polemiche legate alla cosiddetta legge antimoschee, la Lombardia e in particolare Milano è ancora al centro del dibattito sui luoghi di culto, questa volta però in senso positivo.
Si parla infatti della nascita di un luogo spirituale pensato per i milioni di visitatori di Expo, provenienti da tutto il mondo e appartenenti alle confessioni più diverse.
Una “Casa del dialogo”, nome significativo per indicare la volontà di superare conflitti e divisioni a favore di una visione più fraterna del rapporto fra religioni, la cui sede sarà in via degli Olivetani nell’ex teatro parrocchiale della chiesa di San Vittore, gestito da alcuni anni dalla Comunità di Sant’Egidio con diverse attività.
L’iniziativa, patrocinata dal Comune di Milano, è partita dalla Comunità di Sant’Egidio e dal Forum delle religioni.
Proprio quest’ultimo è stato in un certo senso l’ispiratore di questo sodalizio, con la consegna nel 2013, nelle mani del sindaco Pisapia, della Carta di Milano: «un documento che contiene un ragionamento complessivo circa la posizione delle varie religioni nel tessuto cittadino e il loro rapporto con le istituzioni», come spiega Giuseppe Platone, pastore valdese e da diversi anni uno dei rappresentanti della chiesa valdese all’interno del Forum.
«La Carta - dice ancora Platone - ha lentamente portato i suoi frutti, una maggiore sensibilizzazione sul tema e una certa autorevolezza e spessore al Forum, che oggi si pone come interlocutore credibile nel dialogo con le istituzioni».
Il Forum, nato nel 2006 dopo diversi anni di preparazione (almeno dal 2000, con Religions for Peace), è il sodalizio di 24 religioni (quindi non tutte quelle presenti a Milano, ma almeno le principali) che in più di 10 anni di attività ha maturato le competenze e le conoscenze per creare questo tipo di dialogo interreligioso.
La creazione di questo spazio, dove ci saranno diverse sale di preghiera dedicate alle varie fedi, è quindi un segnale molto positivo, che realizza «il desiderio del Forum di offrire qualcosa di concreto per il dialogo interreligioso, che finora non era presente, offrendo un luogo simbolico nella città, con iniziative da inserire fra quelle che ruoteranno intorno all’Expo».
Il palinsesto è ancora tutto da costruire: il primo passo è la delibera del Comune per autorizzare la realizzazione di questo spazio, nei prossimi giorni, e la formalizzazione della sinergia fra la Comunità di Sant’Egidio e il Forum delle religioni.
Restano però aperte, intanto, le questioni legate alla nuova moschea di Milano, la cui mancata apertura in tempo per l’Expo ha sicuramente stimolato la creazione della Casa del dialogo, è ancora il commento del pastore Platone. «Se da un lato l’amministrazione comunale è sensibile e pronta su questo aspetto, dall’altro la Regione procede con una velocità diversa, ponendo paletti che causano lentezze: inizia adesso l’esame dei bandi per i nuovi luoghi di culto, e intanto manca una vera moschea nella città di Milano, a meno di un mese dall’apertura dell’Expo».
La strada è lunga, ma già averla intrapresa è un buon segnale.