Immaginare nuove prospettive per il Mediterraneo al Social Forum 2015
27 marzo 2015
Mediterranean Hope al Social Forum Mondiale 2015
La “grande marcia dei popoli contro il terrorismo” ha aperto il Forum Sociale Mondiale 2015 a Tunisi: un segnale importante per il paese, che lentamente sta consolidando i propri processi democratici, ma che è stata sconvolta dall’attentato al museo del Bardo poche settimane fa. Ai seminari, convegni, assemblee e incontri del Social Forum partecipa anche l’osservatorio della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Mediterranean Hope, che segue da vicino le tematiche che riguardano le frontiere e la giustizia sociale. Marta Bernardini ci ha raccontato come sta proseguendo il Forum.
Come state partecipando al Forum?
«Il forum mondiale di Tunisi è diviso in diversi temi, abbiamo quello della cittadinanza, frontiere, giustizia sociale, ambiente e temi più economici, che si sviluppano in workshop di vario tipo. Come Mediterranean Hope stiamo principalmente seguendo i temi che riguardano i confini, le frontiere e la giustizia sociale. Stamattina seguiremo un gruppo tenuto da Watch the med che si occupa di fare monitoraggio nel mediterraneo e l’idea è immaginare nuove prospettive nell’area mediterranea. Il Forum è composto da molte realtà diverse, attivisti, associazioni, persone della società civile che si autoorganizzano sui temi, e le diverse realtà propongono delle riflessioni».
Come funzionano i lavori?
«Ognuno sceglie in base alla propria area di interesse o al proprio lavoro, ma poi è interessante vedere quali sono i gruppi che organizzano i seminari e scegliere in quale andare anche in base a nuove prospettive di collaborazione: in questi giorni siamo in stretto contatto con Arci Italia, con Emmaus, con Libera e con realtà con le quali vorremmo collaborare».
Una collaborazione al Forum, ma anche futura?
«Sì, il bello di Tunisi è poter consolidare legami che già ci sono o prendere nuovi contatti: sono diverse le associazioni con le quali ci stiamo interfacciando, per esempio un gruppo che sta riflettendo su un diritto d’asilo per tutti, o altri gruppi tunisini, con cui lavoreremo proprio oggi».
Come ha influenzato il Forum l’attentato del Museo del Bardo?
«Sicuramente l’attentato è stato un colpo molto forte per il paese, ma la partecipazione al Forum non ne ha risentito, anzi: le persone hanno voluto dimostrare una vicinanza al paese contro il terrorismo, per dare un segnale forte. La società civile sta reagendo, con forza, con energia, così come si è visto dalla manifestazione iniziale, molto partecipata nonostante la pioggia torrenziale. Molte le persone che continuano a ringraziare il Forum che ha mantenuto il suo programma nonostante i fatti di cronaca».
Come riporterete questi contenuti nella vostra attività di Mediterranean Hope?
«Stiamo continuando ad aggiornare la nostra pagina Facebook per far vedere quali sono i gruppi a cui stiamo partecipando, sicuramente una volta tornati a Lampedusa racconteremo di questi giorni con articoli, ma la cosa importante è che rimarremo in contatto con le realtà che abbiamo incontrato in questi giorni, italiane e non solo. Vedremo cosa verrà fuori da questo Forum: sicuramente l’esternalizzazione delle frontiere, il diritto di cittadinanza, oppure come ritrovare le persone sparite nei vari viaggi di migrazione».