Riporre la propria fiducia in Cristo Gesù
09 marzo 2015
Un giorno una parola – commento a Filippesi 3, 3
Il cavallo è incapace di salvare, esso non può liberare nessuno con il suo grande vigore. Ecco, l’occhio del Signore è su quelli che lo temono, su quelli che sperano nella sua benevolenza
(Salmo 33, 17-18)
Perché i veri circoncisi siamo noi, che offriamo il nostro culto per mezzo dello Spirito di Dio, che ci vantiamo in Cristo Gesù, e non mettiamo la nostra fiducia nella carne
(Filippesi 3, 3)
Il capitolo 3 della lettera ai Filippesi è fortemente polemico. La chiesa è invitata a guardarsi dai cani, dai cattivi operai, da quelli che si fanno mutilare (v.1) e da coloro che camminano da nemici della croce di Cristo (v.18). La questione fondamentale riguarda la pratica giudaica del rito della circoncisione, segno dell’Alleanza di Dio con il suo popolo (Israele). L’apostolo Paolo, polemizzando con i suoi avversari, si richiama a tale rito per ribadire ancora una volta che la chiesa cristiana, composta da giudei e gentili, è il nuovo Israele, l’Israele di Dio (Galati 6, 6). Il segno di questa nuova appartenenza è rappresentato dalla fede in Cristo testimoniata nel battesimo: “in lui siete stati anche circoncisi di una circoncisione non fatta da mano d’uomo, ma dalla circoncisione di Cristo, che consiste nello spogliamento della carne” (Colossesi 2, 11).
La vera circoncisione è un’opera spirituale. Il rituale dell’Antico Testamento lascia il posto alla novità cristiana di una risposta personale e interiore a Dio. Paolo non è disposto a compromessi e difende il nuovo status di quanti credono in Gesù Cristo. Contro il formalismo giudaico, Paolo dice che i credenti offrono il loro culto (al Signore) per mezzo dello Spirito di Dio, secondo l’insegnamento di Gesù stesso: “Dio è Spirito; e quelli che l’adorano, bisogna che l’adorino in spirito e verità” (Giovanni 4, 24). Ma è solo lo Spirito Santo che può ispirare tale adorazione. Un altro segno di questa novità da parte di coloro che appartengono al nuovo popolo di Dio è riporre la fiducia in Cristo Gesù riconoscendo in Lui la manifestazione dell’amore perdonante di Dio. Tale riconoscimento sgonfia il nostro orgoglio e ci aiuta ad abbandonare ogni falsa convinzione di piacere a Dio per i nostri meriti.
Come osserva Calvino “porre la propria fiducia in qualcosa al di fuori di Cristo significa avere fiducia nella carne; e questo sovvertirebbe il vangelo e metterebbe in pericolo l’anima. Perciò tale fiducia deve essere rifiutata”.