Un cuore puro
06 febbraio 2015
Un giorno una parola – commento a Matteo 5, 8
Io so, o mio Dio, che tu scruti il cuore, e ti compiaci della rettitudine
(I Cronache 29, 17)
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio
(Matteo 5, 8)
Le beatitudini sono da sempre una fonte inesauribile di benedizione, e di perplessità. Come si può essere puri di cuore, se sappiamo di essere peccatori? Come possiamo sperare di migliorare, fino alla purezza? E chi dice di aver visto Dio, invertendo i fattori, può essere riconosciuto come puro di cuore?
Molti pensano che Gesù stia esagerando, ponendo un limite troppo alto per essere raggiunto da noi, oppure parli della fine dei tempi, quando, purificati i nostri cuori, vedremo Dio. Oppure il Signore ci sta ponendo una sfida, e il concetto di “vedere Dio” è diverso da quel che pensiamo. “Nessuno ha mai visto Dio; l’unigenito Dio, che è nel seno del Padre, è quello che l’ha fatto conoscere”, dice Giovanni. Nessuno ha mai visto Dio, ma chi conosce Gesù, conosce il Padre. La sfida risulta, allora, nell’avere un cuore puro, pulito, senza compromessi, un cuore non adulterato che possa accogliere Gesù, farlo dimorare in noi, farlo diventare il faro della nostra vita. Ma anche questo sembra un proposito impossibile. Eppure Gesù ce lo propone, paradossale, assurdo, eppure raggiungibile, anche solo in un futuro non meglio specificato. Purificare i nostri cuori, allora, diventa l’unico obiettivo da raggiungere, sperando di vedere Dio, nel futuro, ma essendo certi che il Signore non abbandona nessuno dei suoi figli, e porterà a compimento ciò che ha promesso. Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.