La presenza di Dio
13 gennaio 2015
Un giorno una parola – commento a Geremia 23, 24
«Potrebbe uno nascondersi in luogo occulto in modo che io non lo veda?» dice il Signore. «Io non riempio forse il cielo e la terra?» dice il Signore.
(Geremia 23, 24)
Comportatevi come figli di luce.
(Efesini 5, 8)
Siamo presi dallo scorrere dei giorni e dai loro affanni. Distrattamente e ci muoviamo in un mondo che ci invita alla distrazione. La velocità con cui siamo raggiunti dalle notizie che provengono da ogni parte della terra di certo ci tiene costantemente aggiornati, ma il loro rapido susseguirsi fa sì che possiamo soffermarci poco per analizzarle. La velocità, ancora, con cui comunichiamo ha moltiplicato la possibilità di mantenere i contatti, ma i dialoghi rischiano di diventare sempre più sbrigativi e superficiali. Il traffico nelle città ci fa sprecare tempo prezioso che potremmo dedicare ad altro. E così, quasi senza accorgercene, stiamo perdendo e neanche tanto lentamente, l’abitudine a posare con calma il nostro sguardo sulla realtà che ci circonda. La capacità di scorgere il vero senso delle cose procede da un allenamento e ha bisogno di calma e spazio ritagliati nei nostri ritmi frenetici. Calma, spazio e tempo per poter renderci conto che il mondo non è solo un luogo da attraversare senza prestargli attenzione. Guardare e ascoltare il mondo serve a portare lo sguardo dalle cose al loro senso originario e ultimo. Il senso delle cose non risiede, infatti, nell’utilizzo che ne facciamo, ma in quel gesto pieno di amore che ha compiuto Dio quando al momento della Creazione ce le ha donate. Ogni essere che ha vita, sia essa vegetale o animale, ha il suo inizio e la sua fine in Dio: questo è il mirabile e incredibile progetto che sta alla base dei primi sette giorni dell’universo. Se allora, siamo capaci di donare profondità e calma al nostro sguardo, la presenza di Dio non sarà più soltanto una percezione legata a fugaci momenti ma diverrà la consapevolezza di ogni nostra percezione del reale. Dio riempie i cieli e la terra, dice il profeta Geremia, come può Egli non riempire le nostre esistenze?