Una piccola particella avversativa
12 gennaio 2015
Un giorno una parola – commento a Genesi 6
Noè trovò grazia agli occhi del Signore.
(Genesi 6, 8)
Noi crediamo di essere salvati mediante la Grazia del Signore Gesù.
(Atti degli apostoli 15, 11)
Curiosamente il Lezionario dimentica, nel riportare questo versetto, la piccola particella avversativa che lo precede: ma. È fondamentale, però, ricollocarla all’inizio della frase, perché quello a cui fa seguito è il proposito più spaventoso di Dio: la distruzione della terra e di tutti i suoi abitanti che Dio, con dolore, si pente di aver creato. Date queste premesse, la particella avversativa, lasciata al suo posto, ci offre un appiglio consolatorio. Dio è irato ma…, Dio vuole distruggere ma.., Dio allontana da sè l’uomo e la donna ma… La Scrittura ci introduce, in quella piccola preziosa parolina, ad un’alternativa possibile. L’alternativa che Dio rintraccerà in Noè. E noi veniamo a sapere attraverso quell’unica sillaba: ma, che Dio ci rifiuta ma non del tutto, che Dio ci condanna ma non del tutto. Veniamo a sapere anche che l’amore di Dio, che si esprime nel suo gesto creatore, è più forte del dolore che il nostro comportamento malvagio può causargli ed è più forte dell’esigenza di condanna.
La volontà di Dio di generare vita non si esaurisce dunque al momento della creazione ma prosegue per tutta la storia dell’umanità. La volontà di generare vita di Dio è anche infinitamente più potente della sua esigenza di azzerare tutto quello e chiunque rifiuti il suo amore. Viviamo, ci muoviamo e siamo grazie all’amore di Dio che rinnova giorno per giorno la vita sulla terra. E sappiamo, dalla testimonianza che ci offre questo versetto, che quand’anche le nostre strade si discostassero dalla via che il Signore ci indica, forse Lui si allontanerà da noi ma non del tutto.