La bontà di Dio
11 dicembre 2014
Un giorno una parola – commento a Esodo 16, 11-12
Il Signore disse a Mosè: «Io ho udito i mormorii dei figli d’Israele; parla loro così: “al tramonto mangerete carne e domattina sarete saziati di pane; e conoscerete che io sono il Signore vostro Dio».
(Esodo 16, 11-12)
Gesù, chiamati a sé i suoi discepoli, disse: «Io ho pietà di questa folla; perché già da tre giorni sta con me e non ha da mangiare; non voglio rimandarli digiuni, affinché non vengano meno per strada.
(Matteo 15, 32)
Il Signore è paziente e misericordioso, malgrado la nostra impazienza e la nostra ingratitudine umana.
La storia della liberazione del popolo eletto dalla schiavitù d’Egitto pone in risalto la contrapposizione tra la pazienza del Signore, da una parte, e l’impazienza del popolo, dall’altra. All’azione misericordiosa di Dio verso il suo popolo segue, infatti, quasi sistematicamente, un successivo mormorio del popolo che torna a lamentarsi contro il Signore non appena esso si ritrova di fronte a una nuova situazione di bisogno. Israele, anziché confidare nel Signore che lo ha liberato dalle mani degli egiziani, finisce per dubitare della sua misericordia ogniqualvolta incontra degli ostacoli sul proprio cammino. Eppure, il Signore, anziché stancarsi di questo popolo brontolone e ingrato, continua ad intervenire in suo favore, rimanendo fedele a un popolo infedele.
E, così, quando Israele nel deserto comincia ad aver fame e a mormorare contro Mosè, il Signore interviene per sfamare il suo popolo: quella sera stessa gli dona la carne, mandandogli le quaglie, e all’indomani mattina gli dona il pane, facendo scendere la manna dal cielo. Con questa ulteriore azione misericordiosa, il Signore manifesta al suo popolo che Egli è un Dio vivente che non abbandona il popolo che si è scelto, ma che continua ad accompagnarlo, provvedendo alla sua sussistenza. Come canta il salmista, «il Signore è misericordioso e pieno di compassione, lento all’ira e di gran bontà» (Salmo 145, 8).
Ora, la misericordiosa bontà di Dio si è manifestata a noi pienamente in Gesù Cristo, colui che è venuto a liberare gli oppressi, a dar da mangiare agli affamati, ad accogliere gli emarginati, a ridare la vista ai ciechi e a perdonare i peccatori. L’amore che Dio ci dona in Cristo è fatto di gesti concreti che noi oggi siamo chiamati a riconoscere nelle benedizioni reali di cui possiamo beneficiare nella nostra quotidianità, giacché tutto ciò che abbiamo e tutto ciò che siamo non dipende da noi ma dalla misericordia di Dio.
Sapremo riconoscere le benedizioni del nostro Signore, esprimendogli la nostra gratitudine, o continueremo a comportarci come Israele nel deserto, mormorando per tutto quello che ci manca?
Oggi la Parola di Dio ti invita a iniziare o a concludere la tua giornata esprimendo al Signore la tua gratitudine per ogni sua benedizione e presentandogli in preghiera le tue richieste, confidando nella promessa che Egli non ti farà mancare il necessario per vivere una vita da Lui benedetta.