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La fine di un mondo

Rubrica "Parliamone insieme" della trasmissione di Radiouno «Culto evangelico» curata dalla Fcei, andata in onda domenica 7 dicembre.

Un ascoltatore di Vigevano ci scrive: «Nelle mie letture personali dei vangeli mi sono imbattuto oggi nel capitolo 21 del Vangelo di Luca in cui Gesù parla di giorni a venire in cui ci saranno segni nel sole e nelle stelle, il cielo sarà scrollato, gli esseri umani saranno presi da spavento per quel che succederà. È un linguaggio da fine del mondo che non riesco a immaginare sulla bocca di Gesù … qual è il suo significato?».

Il testo biblico a cui fa riferimento il nostro ascoltatore è quel discorso dei vangeli conosciuto come «piccola apocalisse» e che due domeniche fa – nella versione di Marco – è stato anche il testo della predicazione proposta dal nostro programma. Le immagini sono proprio quelle dell’apocalittica: i segni nei cieli, il mare che rimbomba, le nazioni che rumoreggiano. Un linguaggio impressionante, senza dubbio, ma che appartiene a una testimonianza di fede autentica. Le tinte fosche e i presagi catastrofici dell’apocalisse non annunciano infatti la fine del mondo, quanto piuttosto la fine di un mondo affinché al suo posto ne nasca un altro più luminoso, costruito da Dio.

Non la fine del mondo, bensì di un mondo. E chi potrebbe chiederlo? Le persone la cui vita è diventata intollerabile, la cui esistenza è schiacciata dalla violenza e dall’oppressione, tanto che l’unica possibilità rimasta è invocare Dio, affinché scrolli il mondo fin dalle sue ingiuste fondamenta. Dietro alle visioni apocalittiche della Bibbia non c’è la voce allucinata di profeti di sventura, bensì il grido di disperazione di gente perseguitata com’erano i cristiani nell’impero romano.

Ma è poi tanto strano che qualcuno chieda a Dio di sovvertire il mondo in questo modo? Se sotto il sole di ogni giorno normale, in cui la luna e le stelle sono al loro posto e anche il nostro animo è sereno; se sotto il sole di un giorno qualsiasi, esseri umani sono perseguitati e uccisi per le loro idee e la loro fede, mentre altri uccidono e perseguitano in nome di altre idee e altre fedi; se migliaia di profughi perdono la vita in viaggi estenuanti, e famiglie vengono separate senza mai più incontrarsi; se bambini vengono violati anche da persone e in luoghi in cui dovrebbero sentirsi al sicuro...

... se tutto questo avviene in un giorno normale della nostra esistenza, è poi tanto strano udire la voce di qualcuno che spera che il mondo venga scosso e capovolto? È strano forse per chi vive tranquillo nella propria casa. Non per chi vive in un mondo la cui fine sarebbe una vera liberazione. Non la fine del mondo ma la fine di un mondo.

Fonte: "Earth Eastern Hemisphere" di NASA - http://visibleearth.nasa.gov/view_detail.php?id=2429 http://veimages.gsfc.nasa.gov//2429/globe_east_540.jpg. Con licenza Public domain tramite Wikimedia Commons.