Essere comunità
03 novembre 2014
Un giorno una parola – Commento a Atti 2, 46
Benedite Dio nelle assemblee!
(Salmo 68, 26)
Ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore.
(Atti 2, 46)
Il secondo capitolo degli Atti degli apostoli ci racconta della Pentecoste, della nascita della Chiesa e dello Spirito che animava i credenti di questa prima comunità. Le loro caratteristiche sono tratteggiate nei versetti precedenti: qui abbiamo una specie di riassunto conclusivo di quanto narrato.
Sono uomini e donne che vivono una nuova vita caratterizzata da relazioni intense con Dio e con il prossimo.
Il rapporto con Dio non è sporadico, ma quotidiano. È intenso non solo per la sua continuità, ma perché non è individualistico, ma comunitario, cercato e condiviso con i fratelli e le sorelle. Lo stesso avviene per le relazioni con il prossimo che qui è rappresentato da quanti hanno vissuto la medesima esperienza di fede. C’è il bisogno di incontrare ogni giorno i fratelli e le sorelle, di sedere alla stessa tavola per mangiare insieme e per spezzare il pane e condividere lo stesso calice, rivivendo il ricordo del Signore, secondo quanto egli stesso aveva chiesto.
Assiduità e concordia caratterizzano l’appuntamento con Dio, gioia e sincerità animano l’incontro con i fratelli e le sorelle. Il tempio e le case sono i due poli fra i quali si snoda la vita di questa prima comunità. E questo genera un progetto sociale comune che propone un modo diverso di gestire la proprietà e la ricchezza, a favore di chi è in difficoltà: il povero, l’orfano, la vedova, lo straniero, secondo le indicazioni degli antichi profeti.
Oggi ci lamentiamo per l’aridità, la povertà, la superficialità delle nostre chiese e ci chiediamo perché il messaggio dell’Evangelo non incida nella società. E non ci rendiamo conto che abbiamo dimenticato l’insegnamento della Parola, perdendo i contatti con il tempio e con le case, con Dio e con le sorelle e i fratelli, e non sappiamo più che cosa siano concordia e assiduità, gioia e sincerità.