I 500 anni della Riforma e la forza creativa della differenza confessionale
30 ottobre 2014
L'intervista alla vescova luterana Margot Käßmann, ambasciatrice della Ekd per il 2017
Abbiamo intervistato Margot Käßmann, vescova luterana, ambasciatrice della Chiesa evangelica in Germania (EKD) per il 2017, anno in cui si festeggeranno i 500 anni della Riforma protestante. Käßmann, in Italia dal 17 al 19 ottobre per la Giornata della chiesa, organizzata dalla Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi), ha risposto alle nostre domande sul 2017.
Cosa stanno preparando la Chiesa evangelica in Germania (EKD) e la Federazione mondiale luterana (FLM) per il 2017?
«Prevediamo l’inaugurazione dell'anno celebrativo per il 31 ottobre 2016. Da quel momento girerà per le città d’Europa un “percorso delle stazioni” della Riforma, saranno raccolte tesi che raccontino cosa c’è oggi della Riforma a Lund, a Ginevra, a Budapest e a Roma. Queste tesi saranno portate a Wittenberg, dove il 20 maggio 2017 verrà inaugurata l’“Esposizione mondiale della Riforma”, che rimarrà aperta fino al settembre successivo con mostre, discussioni, cultura e spiritualità. È in programma anche un campo giovanile. Il 28 maggio 2017 si terrà alle porte di Wittenberg un culto celebrativo quale momento centrale delle iniziative del 2017. Il 31 ottobre diverrà giorno festivo in Germania. Le comunità locali stanno organizzando la propria festa, con sentieri di pellegrinaggio comuni con cristiani e cristiane di altre chiese, per rendere manifesto il fatto che siamo su uno stesso cammino».
L’Europa non sembra godere di buona salute. Lo stato dell’Unione è frammentato dal punto di vista politico, economico e sociale. I 500 anni della Riforma saranno l’opportunità di pensare nuovamente tale Unione?
«Certo, dato che la Riforma ha coniato l’Europa. Formazione per tutti, libertà di opinione, di parola e di religione sono delle conquiste. Sono queste che caratterizzano l'Europa e la tengono insieme più di qualsiasi altra cosa. Spero che saremo in grado di rendere contemporaneo questo spirito europeo a partire dalla nostra storia comune».
Il 2017 sarà solo europeo? In che modo si aprirà anche alla dimensione mondiale?
«Europeo è già molto, se pensiamo che gli scorsi anniversari erano stati per lo più “tedesco-centrici”. Naturalmente prenderanno parte all’evento le chiese partner dell’Africa, dell’Asia, del Nord e del Sud America. Sono compresi nell'organizzazione anche la Federazione luterana mondiale e quella riformata, come anche il Consiglio ecumenico delle chiese (Cec)».
Come si pone l’evento 2017 nel conteso della società europea secolarizzata e sempre più multireligiosa?
«L'anniversario della Riforma è l'opportunità di parlare di Dio in una società secolarizzata. Alla Riforma si interessano anche uomini e donne che non appartengono alla chiesa. E naturalmente il dialogo con le altre religioni avrà un ruolo centrale nell’“Esposizione mondiale”».
Quali sono le prospettive per quanto riguarda il dialogo con le altre chiese cristiane? C’è bisogno di una nuova comune riflessione teologica?
«Dovremmo saper vedere di più la forza creativa che proviene dalla differenza delle confessioni, invece di considerare tale differenza solo un problema da risolvere. Per questo vorrei che vedessimo altri quadri possibili: l'unità non significa “unitarietà”, può essere una “diversità riconciliata”, che purtuttavia rimane una diversità».
Gli eventi contemporanei sembrano mostrare che ci siano ancora delle “guerre di religione” nel mondo. Cosa può e cosa deve dire la Riforma al riguardo?
«Il tema “guerra e libertà” è per me di grande importanza. Abbiamo imparato in Europa che la differenza religiosa non può essere imposta con violenza sulla volontà degli uomini e delle donne. Questa lezione della storia è da applicare nell’azione politica e vale la pena portarla anche nel dialogo con le altre religioni».