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Il dialogo dal basso è possibile

Oggi si svolge la tredicesima Giornata del dialogo cristiano-islamico, molte le iniziative in tutta Italia. Intervista all’ideatore della Giornata, il teologo Brunetto Salvarani

Anche quest’anno sono molte le iniziative organizzate per celebrare la Giornata del dialogo cristiano-islamico, che si svolgono oggi in tutto il Paese: nata nel 2001, all’indomani dell’attacco alle Torri Gemelle, per facilitare e far crescere il dialogo fra musulmani e cristiani, la Giornata è giunta alla tredicesima edizione e ha come traccia “Le radici comuni: compassione e misericordia”. «Musulmani, musulmane, cristiani e cristiane rappresentano oltre la metà della popolazione mondiale – si legge nel documento di presentazione – La pace e il dialogo fra queste religioni è dunque fondamentale per la pace mondiale. Bisogna allora puntare su ciò che unisce queste religioni piuttosto che su quello che divide». Ne abbiamo parlato con l’ideatore della Giornata, il teologo Brunetto Salvarani.

L’iniziativa è nata dopo l’11 settembre 2001. Come ha avuto l’idea?

«In Italia in quegli anni già esisteva un percorso di dialogo sociale fra le religioni ma certo l’attacco alle Torri ha cambiato tutto l’orizzonte dello scambio fra cristiani e islamici. Ho intuito subito che avrebbe complicato parecchio il dialogo, che pure non era semplice perché pagava lo scotto delle divisioni all’interno del mondo islamico italiano e la difficoltà dello Stato a capire che il fenomeno religioso non era una meteora. L’11 settembre metteva un carico da novanta su uno scenario già difficile da gestire».

Quindi come ha deciso di muoversi?

«Nei giorni immediatamente successivi, ho riflettuto su che cosa questo piccolo mondo del dialogo italiano poteva fare per segnalare la necessità di non desistere, e mi è venuto in mente di organizzare una giornata dedicata al dialogo. Un’idea molto semplice ma che dava il senso della ricorrenza: sulla data mi sono ispirato alla proposta di Giovanni Paolo II, alla vigilia della guerra in Afghanistan, di dedicare un giorno di digiuno in occasione dell’ultimo venerdì di ramadan. Mi è sembrato un segno di un dialogo reale, accogliente e disarmato. Le prime giornate cambiavano sempre di data perché avevamo appunto l’abitudine di ritrovarci nell’ultimo venerdì di ramadan; poi per comodità la ricorrenza è stata fissata il 27 ottobre, in ricordo dell’incontro delle religioni per la pace ad Assisi nel 1986».

E’ stato da subito un incontro interreligioso?

«All’inizio è stato soltanto cristiano, ma ho pensato subito che doveva avere una caratterizzazione ecumenica: il “salto di qualità” ci fu quando aderì Giovanni Sarubbi, direttore del ildialogo.org, che aprì le porte ad altre adesioni importanti nella Chiesa cattolica, compresi alcuni vescovi, tra cui il vescovo di Caserta mons. Nogaro. Non volevamo però essere legati alla dimensione istituzionale delle chiese e questo lavorare ‘dal basso’ riuscì a intercettare un grande bisogno fra i credenti. Nel corso degli anni l’incontro si è poi allargato anche ai musulmani».

Che tipo di iniziative si organizzano?

«Anche se c’è un tema proposto ogni anno dal Comitato promotore – composto per metà da cristiani e per metà da musulmani – abbiamo sempre lasciato una grande libertà di organizzazione a livello locale. Le iniziative sono molto diversificate e vanno dalle conferenza alle testimonianze, a incontri caratterizzati da un versante liturgico e celebrativo; ci sono le ‘moschee aperte’ ai visitatori o gli appuntamenti più istituzionali come quello di Roma con le autorità. Per me il più commovente rimane quello organizzato al carcere della Dozza, a Bologna, dove da diversi anni i detenuti leggono ad alta voce brani del Vangelo e del Corano e insieme si riflette sul tema del dialogare».

Siamo alla tredicesima edizione della Giornata: quali risultati avete raccolto?

«Abbiamo attraversato anni non facili ma l’iniziativa è cresciuta e bisogna dire che quest’anno la Cei, che non aveva mai partecipato in prima persona, ha mandato un segnale inequivocabile con la presenza di monsignor Cristiano Bettega all’iniziativa di Roma. Abbiamo dimostrato che far crescere il dialogo partendo dal basso non è impossibile ».

Alle 17 presso la Grande Moschea di Roma si terrà un incontro per presentare la XIII giornata del dialogo cristiano islamico, organizzato dalla rivista Confronti. Il titolo è “L'Islam italiano: la sfida del dialogo e della cittadinanza attiva”, e vedrà la presenza del viceprefetto Marina Nelli, dei senatori Vannino Chiti, Lucio Malan, del deputato Khalid Chaouki; di Abdellah Redouane (Grande Moschea), Yayha Pallavicini (Coreis); di Marianita Montresor (Sae), monsignor Cristiano Bettega (Cei), Alessandra Trotta (Opcemi); Gian Mario Gillio (direttore Confronti). È previsto un messaggio di saluto del presidente del Senato Pietro Grasso.

Molte le adesioni alla giornata, le iniziative che seguiranno su tutto il territorio nazionale e che vedono impegnate anche le chiese protestanti: l'elenco delle iniziative e i documenti della giornata sono consultabili su www.ildialogo.org.

Foto: "Jerusalem Dominus flevit BW 1" by Berthold Werner - Own work. Licensed under Public domain via Wikimedia Commons.

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