Sfogliando i giornali del 24 ottobre
24 ottobre 2014
Le cinque notizie di oggi da sapere
1 – Berlusconi apre su unioni gay e ius soli
Silvio Berlusconi apre alle unioni gay – scrive il Messaggero «La legge tedesca sulle unioni civili - dice - è il giusto compromesso tra le libertà di tutti e il rispetto profondo dei valori cristiani e della famiglia». La legge tedesca sarebbe «un buon compromesso». Berlusconi – ricorda il Corriere – ha aperto anche alla cittadinanza per i figli di immigrati. «Dare la cittadinanza ai figli degli stranieri che vivono in Italia è doveroso, soprattutto al termine di un ciclo scolastico di studi che gli consente di parlare la nostra lingua e conoscere la nostra storia». Sul Fatto Quotidiano il video della conferenza stampa. Per il Manifesto «Berlusconi affossa Alfano». Il ministro dell'Interno sarebbe «sotto scacco per la sua circolare ai prefetti. Che è inapplicabile». Anche il Messaggero parla della circolare citando il sindaco di Roma: «le trascrizioni sono legittime e vado avanti». La Stampa invece segnala che dentro Forza Italia sarebbe stato creato ed affidato «alla Carfagna il Dipartimento dei diritti».
2 – La condanna di papa Francesco a pena di morte, ergastolo e carcere preventivo
«In un ampio discorso sulla giustizia umana, papa Francesco ha condannato pena di morte, ergastolo, carcere preventivo e corruzione» scrive Lettera 43 che a fondo articolo pubblica una tabella con il numero di esecuzioni nel mondo nel 2013. «La denuncia – scrive il Corriere - nel suo discorso all’Associazione Internazionale di Diritto Penale». La notizia ieri è diventata l'apertura di molti quotidiani che hanno dedicato ampio spazio al discorso. Tra questi vi segnaliamo Vatican Insider del La Stampa, il Fatto Quotidiano, Avvenire e Internazionale. Per Amnesty International Italia le parole di papa Francesco dovrebbero portare «all'introduzione del reato di tortura». In Italia – ricorda Avvenire - «sono 1.200 gli ergastoli ostativi».
3 – La Tunisia si avvicina al voto
«La Tunisia al voto e le donne, tra emancipazione e violenze» è il titolo con cui il Corriere racconta l'avvicinarsi delle elezioni nel paese nordafricano. «Da Bourguiba in poi - scrive il quotidiano milanese - le tunisine hanno potuto godere di maggiori libertà rispetto al resto del Medio Oriente. Ma certe tradizioni e discriminazioni faticano a morire». Misna segnala che «a soli tre giorni dalle elezioni legislative del 26 ottobre» si registrano violenze nel paese. «Un agente della guardia nazionale è morto e un altro è rimasto ferito in scontri a Oued Ellil, località a 70 km da Tunisi».
4 – Un insegnante di Trieste toglie il crocifisso dall'aula: «La chiesa calpesta la mia dignità»
Il Corriere riprende sul suo sito la notizia, che aveva avuto eco sulla stampa locale, del gesto «di un insegnante in un liceo di Trieste» che ha tolto il crocefisso dall’aula. «La chiesa calpesta la mia dignità – riporta il Corriere - la mia è disobbedienza civile, non posso accettare un simbolo che rappresenta un’istituzione che mi delegittima». Il gesto – specifica Triesteprima – è stato compiuto da «Davide Zotti, responsabile scuola di Arcigay. “Questa mattina - riferisce Zotti - sono entrato nella mia classe e ho tolto dal muro il crocifisso. E ho spiegato ai miei studenti perché l'ho fatto”». Avvenire racconta la posizione dei vescovi di Udine, Trieste e Concordia-Pordenone che hanno definito «la trascrizione delle nozze gay nelle anagrafi comunali da parte dei sindaci» come «un atto “irresponsabile” e “arbitrario”, un travisamento “superficiale e ambiguo” della famiglia».
5 – Aperti gli stati generali dell'antimafia
Si sono aperti ieri gli stati generali dell'antimafia. La terza edizione di Contromafie (dal 23 al 26 ottobre a Roma) si è aperta con «GiovaniContromafie, al Centro Sportivo Valentina Venanzi, nel quartiere Corviale» dove è stato allestito un campus che ospita 300 giovani. Oggi si apriranno i lavori «con un intervento di Roberto Saviano e la relazione introduttiva di Luigi Ciotti». Per don Ciotti «è il momento di fermarsi a riflettere. Molti parlano di antimafia, ma questa non è una carta d'identità, dovrebbe essere una scelta di responsabilità. Sono in tanti ad aver scelto una legalità malleabile».