Autenticità nei rapporti umani
16 ottobre 2014
Un giorno una parola – commento a I Corinzi 2, 3-4
Chi cinge le armi non si vanti come chi le depone.
(I Re 20, 11)
«Io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore; la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza».
(I Corinzi 2, 3-4)
Per vivere abbiamo bisogno di bellezza. Ma ciò che dà soddisfazione a molti spesso non è vera bellezza, è piuttosto divertimento. Non che il divertimento sia inutile; guai se non ci fosse. Ma da un po’ di tempo tende a dominare tutto; è diventato un criterio per giudicare se una cosa merita attenzione. Un discorso piace se diverte. Uno spettacolo che fa ragionare attrae poco, salvo eccezioni; ha successo lo spettacolo che diverte. Anche la politica ha successo se diverte. La responsabilità fa paura. Adoriamo chi ce ne libera. Ma la situazione sta cambiando: stiamo passando dal divertimento alla protesta. I veri problemi stanno diventando sempre più evidenti agli occhi di tutti. Si sta aspettando con ansia o con rabbia chi li risolva. Anche questo può essere uno scarico di responsabilità. Si dimentica la responsabilità divertendosi, la si dimentica protestando. Protestare non basta.
La società umana ha bisogno di rinascere. Non è detto che rinasca; per ora si sta sfaldando. Può rinascere solo là dove si smette di dar credito, di conferire infallibilità, a ciò che appare grande, potente: i grandi armamenti, la grande finanza, i discorsi violenti. Solo là dove si accetta la sofferenza e la gioia del vivere insieme cercando di costruire rapporti umani sani, veritieri, autentici, la società può rinascere.
Questo ha cercato di fare l’apostolo Paolo, piccolo uomo nella grande Corinto, metropoli del suo tempo. Non ha cercato di far colpo con grandi discorsi. Ha presentato, come reale nuovo inizio, un uomo che era finito crocifisso. Ha contato unicamente sulla verità incarnata da quel crocifisso; e ha visto come lo Spirito ne rivelava concretamente la potenza facendo sorgere una comunità di persone rinnovate, capaci di vivere nella città un nuovo tipo di rapporti umani.