Il “documento a noi ostile”
01 ottobre 2014
Un giorno una parola - Commento a Colossesi 2, 14
Io ho fatto sparire le tue trasgressioni come una densa nube, e i tuoi peccati, come una nuvola; torna a me, perché io ti ho riscattato
(Isaia 44, 22)
Dio ha cancellato il documento a noi ostile, i cui domandamenti ci condannavano, e l’ha tolto di mezzo, inchiodandolo sulla croce
(Colossesi 2, 14)
Qual’è questo “documento a noi ostile”? Intuiamo che debba essere la Legge mosaica, e così ci viene suggerito dalle note della nostra Bibbia. Sembra un po’ esagerato e irriguardoso definirla “documento scritto a mano” (com’ è nel greco)! E poi la mano di chi, se nel Deuteronomio si parla della Legge scritta dal dito di Dio sulle due tavole di pietra (9,1 0)? Se pensiamo a quanta parte della Bibbia è dedicata alla quasi venerazione della grande Torah, come nel Salmo 119, non possiamo fare a mano di stupirci.
Certo si può e si deve distinguere fra i Comandamenti di Dio, che sono la rivelazione del suo amore per l’umanità, e i precetti umani, i dati della tradizione, l’osservanza di norme legalistiche imposte da una religione che vuole conservare se stessa e il potere di cui si è appropriata. L’autore della lettera ai Colossesi, buon discepolo di Paolo, conosce questa distinzione: «il comandamento che avrebbe dovuto darmi vita, risultò che mi condannava a morte» (Romani 7, 10). Ecco il documento a noi ostile!
Ma Dio non vuole la nostra morte: ha “cancellato” il certificato del nostro debito, ha strappato la cambiale che dovevamo pagare, ha “tolto di mezzo” quel documento. Sulla croce di Cristo c’è un altro “documento scritto a mano” «INRI» (in lat.: Iesus Nazarenus Rex Iudeorum), Gesù il Nazareno Re dei Giudei. È stato scritto da Pilato, che non accetta di modificarlo quando gli accusatori di Gesù lo vorrebbero corretto in “sedicente re dei giudei”. Il documento resta così in tutta la sua ambiguità, dice la verità senza saperlo, atto di scherno da parte umana, verità segreta del mondo di Dio. Dio ha cancellato il nostro debito, perché identificandosi nel Cristo, lo ha pagato per noi. Il perdono è possibile, la vita nuova comincia. Perché Dio può perdonarci e noi non lo possiamo?