Il coraggio che viene da Dio
29 settembre 2014
Un giorno una parola - Commento a Giosuè 1, 9
Non te l’ho io comandato? Sii forte e coraggioso
(Giosuè 1, 9)
So in chi ho creduto, e sono convinto che egli ha il potere di custodire il mio deposito
(II Timoteo 1, 12)
«Sii forte e coraggioso» è l’esortazione che percorre il primo capitolo del libro di Giosuè. È l’ordine di Dio che giunge accompagnato dalla promessa: «Io non ti lascerò e non ti abbandonerò». «Sii forte e coraggioso» verrà anche ripetuto dal popolo alla fine del capitolo insieme alla promessa di fedeltà e obbedienza. Si tratta di raggiungere insieme la Terra Promessa!
«Il coraggio, se uno non ce l’ha, non se lo può dare» diceva don Abbondio, personaggio del romanzo «I Promessi Sposi». E si rendeva complice delle soperchierie e della violenza dei potenti. Siamo in tanti ad esserne coinvolti, fino a non rendercene nemmeno più conto e non osiamo parlarne. Credere in Dio vuol dire invece farselo dare il coraggio, da Dio, che promette di non abbandonarci.
In ogni tempo della nostra vita abbiamo paura e temiamo di non farcela: mentre siamo bambini, perché dobbiamo affrontare gli esami; da giovani perché dobbiamo dimostrare di essere capaci; da vecchi perché non dobbiamo perdere le forze… Giosuè doveva sostituire il grande Mosé, doveva guidare il popolo verso la terra promessa. Aveva ragione di aver paura!
Noi abbiamo un compito sicuramente più modesto, ma anche noi siamo avviati verso la Terra Promessa e dobbiamo indicarla agli altri. Resistere lungo tempo nel deserto, soffrire la fame, la sete, perdere e ritrovare la strada, costruire progetti di vita vivibili per noi e per gli altri… Ma siamo veramente in cammino o ci sentiamo arrivati? Gli stranieri che vengono da noi, in mezzo a tanti pericoli, credono di trovare da noi la Terra Promessa: e invece rischiano di trovare da noi l’Egitto!