Un Kirchentag italiano
22 settembre 2014
Il pastore Heiner Bludau, decano della Chiesa Luterana la terza edizione della Giornata della Chiesa
Si tiene da venerdì 17 a domenica 19 ottobre a Roma la terza edizione della Giornata della Chiesa, organizzata dalla Chiesa Evangelica Luterana in Italia (CELI). La manifestazione, che si svolgerà presso la Scuola Germanica di Via Aurelia Antica 397 e la Comunità Evangelica Luterana di Roma in via Toscana 7, ha cadenza biennale e consente l’incontro tra numerosi rappresentanti delle comunità luterane del nostro Paese e membri delle altre confessioni religiose con un calendario di conferenze, workshop e momenti di culto. Abbiamo intervistato il pastore Heiner Bludau, decano della Chiesa Luterana
Quali sono gli obiettivi di questo incontro?
Vogliamo offrire una grande manifestazione, imitando il modello tedesco del Kirchentag (in tedesco: Giornata della Chiesa), questo grande evento che si svolge ogni due anni in una città diversa della Germania e che raduna i protestanti tedeschi offrendo per quattro giorni dibattiti, incontri, celebrazioni ecumeniche e interreligiose, concerti, eventi. Certo in Italia siamo una comunità molto più piccola e meno numerosa, ma rimaniamo particolarmente legati alla tradizione della Giornata della Chiesa. L’incontro inizierà il venerdì con la presentazione delle varie comunità e con una cena comunitaria. Il sabato sarà la giornata più importante e avremo la partecipazione di molti ospiti, tra cui la professoressa Margot Kaessmann, ambasciatrice del Giubileo della Riforma della Chiesa Evangelica in Germania e il teologo Fulvio Ferrario, professore della Facoltà valdese di teologia. La Giornata della Chiesa si concluderà domenica con il culto nella chiesa e angelica luterana di Roma. Sarà sicuramente un’occasione per stare insieme, bambini ed adulti, con momenti di informazione e riflessione e altri più ludici. Le giornate sono aperte a tutti, indipendentemente dalla confessione religiosa e anzi auspichiamo una folta presenza di persone non luterane.
Come si sta organizzando la Chiesa Luterana per il Giubileo della Riforma del 2017?
Ci sono certamente forti legami con il decennio di Lutero che è iniziato nel 2008 e proseguirà fino al 2017, anno del Cinquecentenario della Riforma. Ci piace intendere le stesse Giornate della Chiesa come tappe di avvicinamento a questo evento. Il tema proposto per quest’anno è “Riforma e politica”, a cui noi abbiamo aggiunto il versetto del profeta Geremia “Cercate il bene della città” che secondo noi contiene un messaggio di collaborazione e di rapporto con altre religioni. Con loro vorremmo non solo festeggiare un anniversario, ma anche riflettere sull’importanza che la Riforma ha avuto, sia come evento storico che come punto cardine di svolta della visione religiosa. A Torino abbiamo già iniziato a riflettere su questo tema, l’anno scorso abbiamo celebrato un culto con valdesi, battisti e avventisti e anche quest’anno proporremo una formazione per insegnanti nelle scuole per approfondire il tema della Riforma. Per quanto riguarda gli eventi in programmazione ricordo che si è costituita una Commissione dedicata, composta da vari rappresentanti del mondo protestante italiano, e anche in questo caso siamo lieti della collaborazione attiva con altri, esempio concreto del senso condiviso dei cambiamenti auspicato proprio dalla Riforma protestante.
Ha citato Torino perché, oltre ad essere Decano della Chiesa Luterana in Italia, lei è anche pastore della Comunità Luterana della città sabauda. Cosa ci può dire di questa comunità?
E’ molto recente, esiste in modo ufficiale solo da 5 anni. Prima esisteva un gruppo che aveva iniziato ad impostare degli incontri e dei momenti di condivisione, ma siamo riconosciuti come comunità solo da cinque anni. Io sono a Torino da quattro anni e sono stato il primo pastore regolare. Celebriamo culti bilingue, in tedesco e italiano, e accogliamo 120 membri, in maggioranza tedeschi, ma sono molti gli italiani che sono presenti nei culti e negli incontri e di questo mi rallegro molto. Speriamo di poter continuare così e di poter raggiungere altre persone.